Oggi che il Natale ha perso il suo valore religioso per diventare una festa prona al consumismo i dieci racconti di questa raccolta sembrano anacronistici, perché raccontano di un mondo che non c’è più, di un’epoca in cui questa ricorrenza, pur avendo della festa l’aspetto della grande convivialità a tavola, manteneva quella fede innata che sapeva uniformarsi alla tradizione senza perdere la sua natura. Nelle prose di questo libro viene di continuo evocata un’atmosfera natalizia fatta di attesa nel segno della tradizione e in seno alla famiglia, un contesto che assume particolare rilievo in una Sardegna, come al solito magistralmente descritta, le cui caratteristiche tuttavia di terra selvaggia sono sfumate da un’atmosfera da favola. Ogni volta che leggo un lavoro della Deledda non posso che apprezzare l’umanità di cui è permeato, perché la trama può essere anche di violenza, ma non viene mai meno la compassione. In un contesto di una vita non di certo ricca, ma quasi sempre povera, se non addirittura misera, è un vero piacere vedere come la narratrice sfuma i fatti, anche gli eventi più tragici, e senza condannare capisce e fa capire. Come in tutte le raccolte anche in questa si trovano racconti più o meno riusciti, in dipendenza anche del gusto personale. Io per esempio ho riscontrato che Il dono di Natale riesce a rendere il lettore partecipe a questa magica festa, nella vicenda di Felle, di questo undicenne che pur nella gioia di partecipare all’evento ha un pensiero costante per la famiglia povera dei vicini, con un finale altamente struggente. E che dire di Il vecchio Moisè, un racconto in cui tradizione e fantasia si mescolano perfettamente, ma il più bello, forse, è Il Natale del consigliere, con una tenerissima storia d’amore.
Racconti di Natale
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Dieci straordinarie novelle di Grazia Deledda unite dal riferimento, più o meno marcato, al Natale. Pubblicate in sei diversi volumi usciti tra il 1905 e il 1930, contengono tutto il mondo umano e poetico (il bene, il male, il sentimento religioso, il peccato, il senso di colpa, il paesaggio mitizzato) della grande scrittrice sarda, seconda donna - dopo la svedese Selma Lagerlöf - a vincere nel 1926 il premio Nobel per la letteratura. In questi racconti è possibile scorgere quel lirismo e quella tensione etica che caratterizzano i romanzi più famosi e che indussero un importante critico come Attilio Momigliano a definire la Deledda "un grande poeta del travaglio morale".
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Anno edizione:2015
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Renzo 12 dicembre 2025I Natali di una volta
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