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Ragione & sentimento
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Ragione & sentimento

Descrizione


Tra tutti i romanzi di Jane Austen Ragione e sentimento è quello piú adatto a essere periodicamente riscritto, scagliandolo dentro il tempo e i secoli che passano. Stefania Bertola l'ha fatto in modo irresistibile, con l'umorismo e la maestria che le conosciamo da sempre.
La morte improvvisa di Gianandrea Cerrato, valente avvocato penalista, oltre a privare una moglie del marito e tre figlie del padre, ha delle conseguenze del tutto inaspettate. Da un giorno all'altro le quattro donne si trovano a dover riorganizzare la loro vita. Ed è Eleonora, la figlia maggiore, a cercare il modo di mandare avanti quella famiglia di femmine «variamente deragliate». Mentre la piccola Margherita vive in una dimensione parallela, Eleonora e Marianna sono divise da una visione opposta dell'esistenza e dell'amore: Marianna legge Shakespeare e crede nell'amore assoluto, Eleonora invece, impegnata com'è a sbarcare il lunario e ad arginare la follia collettiva, non è affatto sicura di sapere cosa sia, veramente, l'amore. Intorno a loro si muove il mondo, con le sorprese, l'allegria, l'inganno. La ragione e il sentimento. Perché quella è una delle grandi battaglie che ci tocca combattere nella vita. Non proprio a tutti, perché esistono esseri fortunati senza ragione, o senza sentimento. Ma la maggior parte di noi ne ha un po' dell'una e un po' dell'altro, e non sempre riesce a farli coesistere pacificamente. Quindi si lotta: si lotta da sempre e si lotterà per sempre, e per questo motivo tra tutti i romanzi di Jane Austen Ragione e sentimento è quello piú adatto a essere periodicamente riscritto, scagliandolo dentro il tempo e i secoli che passano. Stefania Bertola l'ha fatto in modo irresistibile, con l'umorismo e la maestria che le conosciamo da sempre.
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Dettagli

2017
31 gennaio 2017
224 p., Brossura
9788806228514
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Indice

Le prime righe del romanzo

– Anche la Jaguar!!!
Maria Cristina vedova Cerrato lancia un urlo di autentico dolore. La Jaguar no. Comprata da neanche due mesi. Regalo del marito per i suoi cinquantatre anni.
– Mi spiace. Ma purtroppo…
Il notaio Galimberti è uno specialista in puntini. Quando una sua frase finisce con i puntini, i puntini si sentono. E nella professione di notaio, i puntini servono. Impossibile sbrigare testamenti e altre questioni ereditarie senza aver sempre a portata di mano una confezione King Size di puntini. Ma con questa storia della Fregatura Cerrato, il povero Galimberti rischia di esaurire la scorta.
Eppure è semplice. Si tratta di un disastro di tipo lineare, senza contorcimenti: il professor Gianandrea Cerrato, valente avvocato penalista che nel corso di un’instancabile carriera aveva difeso e sottratto alla giusta pena delinquenti di ogni specie compresi un paio di assassini, era purtroppo un signore assai amante del gioco, e in questa attività aveva convogliato la maggior parte dei suoi introiti. Moglie e figlie non erano al corrente, ma lo stavano diventando, al corrente, grazie al dottor Galimberti, che si premuniva di fornire loro una scrupolosa serie di informazioni, tutte pessime.
L’ultimo grido di dolore della vedova è stato provocato da una domanda della figlia maggiore, Eleonora.
– Debiti?
Eleonora rappresenta l’unica luce nell’orizzonte dell’affaticato notaio. Eleonora non piange, fa domande sensate, e prende appunti. È quindi un garbato piacere informarla che sí, debiti ce ne sono, ma sarà un gioco da ragazzi estinguerli, basterà vendere tutto ciò che di bello e buono è rimasto in casa. A partire dalle auto, una passioncella del defunto.faticato notaio. Eleonora non piange, fa domande sensate, e prende appunti. È quindi un garbato piacere informarla che sí, debiti ce ne sono, ma sarà un gioco da ragazzi estinguerli, basterà vendere tutto ciò che di bello e buono è rimasto in casa. A partire dalle auto, una passioncella del defunto.
– Anche la Jaguar!!
Mentre la vedova piange, con l’attiva collaborazione della secondogenita Marianna (alla terzogenita Margherita, in quanto quattordicenne, è stata risparmiata la seduta psichiatrica dal notaio), Eleonora e il notaio si guardano. A chi tocca, la prossima mossa? Dopo un breve pari e dispari mentale, tocca al dottor Galimberti.
– Ehm… signora Maria Cristina, si faccia forza… coraggio. Pensi alle sue figlie…
– Ehhh… mi restano soltanto loro… e la nostra casa!
– Ecco… quanto alla casa… lei ricorderà che purtroppo il commendator Cerrato l’ha lasciata al nipote, dandone al povero Gianandrea soltanto l’usufrutto.
– Nooooo! La casa noooo! Non mi dica questo, la pregooo!
– Mamma, lo sapevi benissimo. Ne abbiamo parlato mille volte –. Eleonora non sbuffa proprio, non si sbuffa alla propria mamma in lacrime, ma si sente che lo sbuffo è lí lí.
– Ma io credevo… – Maria Cristina lascia la frase in sospeso prendendo in prestito dal notaio una manciata di puntini, ma se anche la completasse non sarebbe di grande utilità, visto che piú o meno suonerebbe cosí: «Ma io credevo che la Fata di Cenerentola con un colpo di bacchetta magica avesse annullato quello stupido, stupido testamento del nonno, buaaaahh ahh ahh!» e giú lacrime.
Eh sí, il commendator Cerrato, padre di Gianandrea, e proprietario della vanagloriosa «Villa dei Lillà» tra Chieri e Pecetto, aveva avuto una netta predilezione per suo nipote Edoardo, figlio di Gianandrea e della sua prima moglie, la signora Andreina, perita in giovane età a causa della malaria presa in Africa durante una gita di piacere sulle orme di Hemingway. Rimasto solo con un figlio di nove anni, Gianandrea si era affrettato a sposare una cugina di terzo grado, Maria Cristina, che occhieggiava già da un pezzo. Si trattava di ragazza di ottima famiglia, una Incisa impoverita, e dunque non se ne parlava di portarsela a letto a vanvera, ma una volta vedovo, oplà, matrimonio e figlie a ripetizione.
L’anziano commendatore, però, non aveva mai apprezzato Maria Cristina quanto Andreina, né le tre nipotine quanto l’erede maschio del nome dei Cerrato, nome che peraltro non aveva particolari meriti per cui fosse impellente tramandarlo. Ma tant’è, aveva fatto questo testamento, e ora che Gianandrea era morto, la villa era di Edoardo, e di conseguenza di Rossana e del piccolo Samuele, sei anni, prezioso frutto di quel faticoso matrimonio.

Valutazioni e recensioni

SERENA BRANCATELLO
Recensioni: 2/5

La trama è lenta e noiosa, non succede niente di particolare e non c’è nessun genere di intrigo o colpo di scena. E’ praticamente priva di contenuti. L’autrice ci racconta fatti che non sono utili al fine della trama o della storia. Il linguaggio che utilizza è povero e banale. Stessa cosa succede con i dialoghi, veramente imbarazzanti. Inserisce la descrizione dei personaggi così a caso senza un filo conduttore. Stessa cosa accade con i pensieri dei personaggi che mescolandosi con i pensieri del narratore provocano solo confusione nel cervello del lettore.

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franco flocco
Recensioni: 5/5

Prendendo a prestito il titolo di un grande classico passato alla storia e ormai diventato intramontabile Stefania Bertola ci fa dono di un racconto struggete e invadente che sonda a fondo l'animo umano e i nostri sentimenti più nascosti. Si perché con questo libro la scrittrice fa proprio questo interessandosi dell'animo umano facendo venire a galla quello che celiamo in fondo all'anima. L'esperienza dell'autrice è evidente in questa opera. Un altro best-seller che conferma il suo talento e la sua capacità di parlare al cuore di chi legge.

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g.sarno SARNO
Recensioni: 4/5

Quattro donne torinesi (una madre e le sue tre figlie) abituate a vivere negli agi, si ritrovano improvvisamente nulla tenenti, come le donne della famiglia Bennet creata dall'autrice Jane Austen. Abituate a non lavorare a concedersi lussi e sfizi, non sanno da che parte ricominciare per riprendere in mano la propria vita ora che il capofamiglia è venuto a mancare. Inizia quindi per loro una serie di tragicomiche vicende lavorative, sentimentali e relazionali. Una lettura estremamente scorrevole, coinvolgente e gradevole grazie all'ironia e alla fluidità dello stile dell'autrice Stefani Bertola

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Recensioni

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Stefania Bertola

1952, Torino

Stefania Bertola è una scrittrice, traduttrice, sceneggiatrice e autrice radiofonica italiana. I suoi romanzi coniugando ironia, sentimento e senso del surreale hanno scalato le classifiche dei best seller in Italia. Ha pubblicato: Luna di Luxor (Longanesi, 1989), Se mi lasci fa male (Sperling & Kupfer, 1997; riedito nel 2007 da Salani e nel 2009 da Tea), Ne parliamo a cena (Salani, 1999), A neve ferma (Salani, 2002), Aspirapolvere di stelle (Salani, 2002), Biscotti e sospetti (Salani, 2004), A neve ferma (Salani, 2006), La soavissima discordia dell'amore (Salani, 2009), Il primo miracolo di George Harrison (Einaudi, 2010), Romanzo rosa (Einaudi, 2012), Ragazze mancine (Einaudi, 2013), Ragione & sentimento (Einaudi, 2017), Divino Amore (Einaudi, 2019). Feltrinelli ha pubblicato...

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