Prerogativa del romanzo è che noi lettori assistiamo all'epopea marziana esattamente come i telespettatori di Real Mars (nel senso del reality). Attraverso la lettura 'vediamo' quello che ci mostrano le telecamere. Come recita lo slogan di Real Mars (sempre il reality), “il quinto membro dell’equipaggio sei tu”. Per cui ti devi anche beccare anche le inserzioni pubblicitarie (del futuro prossimo, ricordiamolo), che Vietti si è divertito a ricostruire rendendole un contrappunto più leggero ma puntuale. Della tecnologia in Real Mars 'vediamo' solo il minimo necessario, quello che serve sapere al telespettatore. Quello che, dopotutto, basta anche al lettore. Il romanzo poi ci mostra anche spezzoni di vita di chi è rimasto a terra, degli spettatori, ma la cifra autentica del romanzo ritengo vada ricercata nella prospettiva adottata per raccontarci lo show. I nostri occhi sono quelli delle telecamere. Non sappiamo esattamente cosa pensino gli astronauti, né ci è dato saperlo, possiamo solo intuire quali siano le loro emozioni o le loro riflessioni. Eppure, malgrado la scelta di narrare attraverso un punto di vista apparentemente limitante, il racconto fluisce niente affatto appesantito o superficiale. Fino al concitato finale non c'è un vero e proprio intreccio (se non qualcuno 'laterale') e nemmeno può esserci, vista la prospettiva adottata dal romanzo, ma non se sente la mancanza. La narrazione procede in una sorta di blocchi isolati, tuttavia rimane coinvolgente. Quando il ritmo rallenta è perché, semplicemente, in quel momento non c'è azione, ma, come nella vita vera, questo non significa che non ci sia qualcos'altro. Quel qualcosa che, tutto sommato, è proprio il valore aggiunto di Real Mars, in tal modo quasi obbligato ad approfondire - anche attraverso le sfumature - le personalità degli astronauti (che talvolta non fanno nulla, se non parlare, riflettere, starsene da soli) e a porsi domande, suscitare dubbi. Oltre all'evidente messa in discussione della spettacolarizzazione forzata della nostra realtà, oltre all'ironia, sono impliciti (e talvolta espliciti) gli interrogativi sollevati su fin dove può spingersi la condotta umana, su quali strade può intraprendere la conoscenza e su una disumanità incipiente, quasi una dispersione - viene da pensare - del proprio nocciolo di umanità parallela all'espandersi dell'uomo verso mondi lontani.
Real Mars
"Per molto tempo la domanda ricorrente - e anche un po' irritante - che mi veniva continuamente rivolta fu: 'Perché dovremmo spendere tutti questi soldi per andare su Marte, quando siamo così nella merda qui sulla Terra?' E tutto il mio bla bla bla sulla cultura, l'impresa, la storia, la speranza convinceva pochi. Poi, quando tutto sembrava perduto, sopraggiunse un'altra risposta, che non diedi io, ma che d'incanto per la prima volta convinse tutti. Non era per piantare una stupida bandiera. Né per cercare la vita extraterrestre. Né per vedere se un cielo può essere davvero rosa. E nemmeno per fotografare l'impronta della suola di uno scarpone sulla sabbia rossa. Niente di tutto questo, ovviamente. O meglio, a me piace pensare che furono tutte queste e molte altre cose insieme. Perché il motivo per cui spendemmo tutti quei soldi per andare su Marte fu uno solo: emozionarci. E alla fine ci emozionammo. Troppo." (da Mars Show di Jeremiah Kunitsch) "Cosa stai aspettando? Sali a bordo anche tu insieme con Kostantin, Ettore, Ulrike e Therèse e lasciati trasportare nelle remote profondità dello spazio! Spingiti anche tu là dove nessuno è mai giunto prima! Perché in viaggio non ci sono solo loro: a bordo puoi esserci anche tu, a emozionarti e a vivere la più grande avventura della storia dell'umanità. Puoi perdere un'occasione del genere? Vieni, presto, la Storia ti aspetta!" (da un promo di Real Mars)
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Anno edizione:2019
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In commercio dal:10 ottobre 2019
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Mirco Cucchi 10 marzo 2017
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Il tema del viaggio spaziale e della scoperta scientifica, declinati nell'era dei reality fanno si che il potere del medium sovrasti il fine. E' piuttosto la condizione umana, miserie e nobiltà, il centro del divertente e ben scritto romanzo. Come nei migliori casi, la fantascienza d'autore si emancipa dalla nicchia del genere, e prova a dire qualcosa di originale, riuscendoci appieno.
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