Questo libro è stato una vera sorpresa. Si tratta di un romanzo epistolare polifonico: sono molti i personaggi che scrivono e ricevono lettere e ciascuno ha una propria voce, differenziata dalle altre per il linguaggio, le espressioni, il modo di raccontare. L’autore è riuscito a raccontare una parte della società francese senza forzature e con grande intrattenimento del lettore. Soprattutto ha saputo presentarci un’inquietante prospettiva, che più delle altre è forte oggi: la capacità umana di ingannare e far del male senza scrupoli, falsificare le emozioni anche attraverso un’arte così personale e privata, come quella dell’epistolografia.
Le relazioni pericolose
Romanzo epistolare lucido e amaro, altamente drammatico, implacabile atto d'accusa contro i costumi della nobiltà cortigiana, il libro suscitò grande scandalo nella Francia del XVIII secolo. Laclos presenta il quadro realistico di una società moralmente dissoluta e crudele attraverso gli intrighi intessuti da due libertini senza scrupoli - un visconte e una marchesa - per giungere, attraverso il raggiro e senza la minima cura per l'altrui rovina, all'autentico possesso, fisico e morale, di altri esseri gravitanti attorno al loro mondo.
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Autore:
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Edizione:18
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Anno edizione:2004
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Certamente è un grande capolavoro della letteratura francese del ‘700 che ha avuto allora e continua ad avere un grande successo di lettori perché è un libro accattivante che non dimostra affatto tutti gli anni che ha per svariati motivi. Primo perché Laclos ha scritto questa vicenda in una forma epistolare pressoché perfetta, che ha la capacità di mettere in stretto rapporto il lettore con il personaggio di cui sta leggendo la lettera. Ha saputo rendere infatti con i vari stili delle lettere i diversi caratteri dei personaggi sia quello infantile di Cecile, o quello sdolcinato di Danceny, ma soprattutto quello ipocrita ed astuto della Marchesa e del Visconte di Valmont. Ci sono delle pagine anche molto interessanti e affascinanti, pagine che svelano un eccellente gioco di seduzione che unisce i due complici/rivali che attraggono anche il lettore che rimane incollato a quelle pagine. Però sotto a tutte queste vicende c’è l’aspetto più importante e che rende il libro molto attuale e cioè l’evidenziazione dei difetti più macroscopici dell’uomo : la vanità, la crudeltà fine a se stessa o utilizzata per perseguire la propria gloria sociale e i propri interessi. Inoltre l’autore evidenzia sì quanto l’uomo possa essere perfido e traditore ma inoltre come la società parigina sia vuota, i rapporti interpersonali opportunistici, i valori morali ridotti a vuote maschere e fantocci, sventolati solo come una falsa bandiera. Nessuno dei personaggi, neanche la presidentessa de Tourvel, che è forse l’unica che ha una coscienza più consapevole e sofferta, riesce ad avere una posizione morale credibile. A mio parere non ci sono né vincitori né vinti, perché se i cattivi avranno la giusta “ pena”, i buoni , pur traditi nella fiducia, nulla hanno fatto per difendersi soprattutto per paura delle apparenze e dei giudizi della società. Un romanzo universale, però, perché se passano gli anni e se ormai non si adoperano più inchiostro e penne d’oca circolano ancora oggi lettere, email che seminano pettegolezzi, cattiverie e crudeltà. La vanità e l’egoismo sono i veri vincitori.
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