Quanta carne al fuoco, quanta bella narrativa, quanta storia, quante emozioni e quante riflessioni in un libro che scorre via solo apparentemente in modo semplice. Mi ha sempre affascinato, sin da giovane, quel campanile che sorge da un lago e, da curioso delle cose quale sono sempre stato, me ne sono studiato la storia: lì poi, proprio lì, in quel Sudtirolo (va bene, Alto Adige se volete...) martoriato come ogni terra di confine, quella terra mai italiana, ma voluta rendere tale dallo scellerato fascismo – sarà benedetto quel tempo in cui ci toglieremo dalla bocca “italiani brava gente” – terra dura, terra di montagna estrema, terra di soprusi e heimat di lurida sopraffazione. Resto qui è un libro-monumento: come monumento è quel campanile della vecchia chiesa di Graun che “turisti ignoranti dal sorriso deficiente utilizzano come sfondo bizzarro per i propri selfies”. Resta l’amaro in bocca e la rabbia: per la prepotenza di certi grandi gruppi industriali – allora come ora – che costrinsero genti ad abbandonare il proprio heimat costruendo opere inutili e dannose; per la sordità dei “signori” alle proteste, alle ragionevoli proteste, agli avvertimenti; per gli uomini che fecero quella Storia di cui l’Italia ha ben poco da esserne fiera. Nelle proteste della gente di Curon si riflettono (un decennio dopo) quelle delle genti di Erto, Casso, Longarone; nelle lettere di Trina si riflettono la voce e gli articoli di Tina Merlin, inascoltati fino all’immane tragedia del Vajont (la cui diga, pressoché intatta ricordiamolo, è un altro imponente monumento alla memoria); nell’esodo forzato e nella distruzione delle case, degli averi, degli animali, riverberano ricordi di gioventù, di quella disgraziata Seveso che mi ha visto bambino e poi ragazzo, tra la metà degli anni settanta e la metà degli anni ottanta. Resto qui suscita riflessioni profonde, emoziona delicatamente, romanza la Storia rispettosamente, appassiona cuore e mente.
Resto qui
Con una voce intima che restituisce vita alla Storia, Marco Balzano ritrae la forza di una comunità nell'attimo in cui, aggrappandosi alla rabbia, sceglie di resistere.
«Una storia di sperdimento e di provvisorietà ben radicata nell'oggi. La letteratura resta qui, come il campanile di Curon» - La Lettura - Corriere della Sera
«Attraverso una scrittura molto semplice, questo bellissimo romanzo rivela una parte sconosciuta delle lotte di un popolo intrappolato tra fascismo e nazismo. E dipinge allo stesso tempo il magnifico ritratto di una donna tanto sensibile quanto coraggiosa» - L'Express
«Marco Balzano ha un dono per la caratterizzazione dei personaggi femminili; le voci delle sue donne sono sincere e allo stesso tempo poetiche». - El Mundo
«Se per te questo posto ha un significato, se le strade e le montagne ti appartengono, non devi aver paura di restare». Quando arriva la guerra o l'inondazione, la gente scappa. La gente, non Trina. Caparbia come Curon, il piccolo paese del Sudtirolo in cui è cresciuta, sa opporsi ai fascisti che hanno messo al bando la lingua tedesca e le impediscono di fare la maestra. Non ha paura di fuggire sulle montagne col marito disertore. E quando le acque della diga stanno per sommergere i campi e le case, si difende con ciò che nessuno le potrà mai togliere: le parole. Marco Balzano ha la sapienza dei grandi narratori: accorda la scrittura al respiro dei suoi personaggi.-
Autore:
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Anno edizione:2020
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Formato:Tascabile
Resto qui
Oggi vi propongo "Resto qui" di Marco Balzano, edizioni Einaudi. Il campanile che affiora in mezzo alle acque è tutto ciò che rimane visibile del vecchio paese di Couron in Valvenosta, oggi un'attraente meta turistica ma anche simbolo della sopraffazione e della violenza dell'uomo sulla natura. La vicenda si svolge negli anni della seconda guerra mondiale: gli abitanti di Couron si vedono da una parte usurpati della loro identità e della loro lingua dalle leggi fasciste, dall'altra minacciati dalla costruzione di una grande diga che spazzerà via tutto. Tanti fuggiranno ma altri resteranno lottando a prescindere da tutto con incredibile coraggio perché questo è l'insegnamento dei loro padri. Non soltanto un romanzo storico ma un'intensa storia d'amore raccontata dalla voce di Trina, donna forte e caparbia con un gran senso di appartenenza alla propria terra.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Baraclaus 17 novembre 2025Dio è la speranza di quelli che non vogliono muovere un dito
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AliceIordache 25 agosto 2025Letto d'un fiato
Letto interamente in un pomeriggio. Prosa scorrevole, ti tiene costantemente attaccato alla pagina successiva. Ho scoperto essere poi tratto da una storia vera, il ché mi ha lasciata ancora più colpita. La scrittura di Balzano magistrale. L'intensità con cui descrive i personaggi e il loro attaccamento alla loro casa, alla loro terra, curiosamente fondamentale in questi giorni, viene descritto e raccontato con una storia in apparenza semplice, ma carichissima di emozioni. Meraviglioso!!
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deusma 03 marzo 2025consigliatissimo
Un libro da non perdere e che descrive una parte della nostra storia italiana, intrecciate alle difficoltà e vicissitudini di una popolazione del nord Italia. Un libro che fa riflettere
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