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Anno edizione: 2020
Anno edizione: 2018
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Con una voce intima che restituisce vita alla Storia, Marco Balzano ritrae la forza di una comunità nell'attimo in cui, aggrappandosi alla rabbia, sceglie di resistere.
«Una storia di sperdimento e di provvisorietà ben radicata nell'oggi. La letteratura resta qui, come il campanile di Curon» - La Lettura - Corriere della Sera
«Attraverso una scrittura molto semplice, questo bellissimo romanzo rivela una parte sconosciuta delle lotte di un popolo intrappolato tra fascismo e nazismo. E dipinge allo stesso tempo il magnifico ritratto di una donna tanto sensibile quanto coraggiosa» - L'Express
«Marco Balzano ha un dono per la caratterizzazione dei personaggi femminili; le voci delle sue donne sono sincere e allo stesso tempo poetiche». - El Mundo
«Se per te questo posto ha un significato, se le strade e le montagne ti appartengono, non devi aver paura di restare». Quando arriva la guerra o l'inondazione, la gente scappa. La gente, non Trina. Caparbia come Curon, il piccolo paese del Sudtirolo in cui è cresciuta, sa opporsi ai fascisti che hanno messo al bando la lingua tedesca e le impediscono di fare la maestra. Non ha paura di fuggire sulle montagne col marito disertore. E quando le acque della diga stanno per sommergere i campi e le case, si difende con ciò che nessuno le potrà mai togliere: le parole. Marco Balzano ha la sapienza dei grandi narratori: accorda la scrittura al respiro dei suoi personaggi.Oggi vi propongo "Resto qui" di Marco Balzano, edizioni Einaudi. Il campanile che affiora in mezzo alle acque è tutto ciò che rimane visibile del vecchio paese di Couron in Valvenosta, oggi un'attraente meta turistica ma anche simbolo della sopraffazione e della violenza dell'uomo sulla natura. La vicenda si svolge negli anni della seconda guerra mondiale: gli abitanti di Couron si vedono da una parte usurpati della loro identità e della loro lingua dalle leggi fasciste, dall'altra minacciati dalla costruzione di una grande diga che spazzerà via tutto. Tanti fuggiranno ma altri resteranno lottando a prescindere da tutto con incredibile coraggio perché questo è l'insegnamento dei loro padri. Non soltanto un romanzo storico ma un'intensa storia d'amore raccontata dalla voce di Trina, donna forte e caparbia con un gran senso di appartenenza alla propria terra.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Lo leggi d'un fiato e resti con una malinconia difficile da digerire. La guerra, la crudeltà umana, l'egoismo dei potenti che sfrutta i deboli e gli ignoranti a cui restano solo due possibilità: dimenticare o morire sulle ceneri della propria vita.
un pezzo della nostra storia che non conoscevo, consigliato!
Romanzo incompiuto Il libro narra le vicende di un popolo che dopo aver vissuto in pace per un lungo periodo, durante il quale la vita della gente era scandita dal rispetto per la natura e dalle gesta che si ripetevano anno dopo anno, l’inizio del ‘900 rappresenta anche l’inizio della fine di questa tranquillità: - prima la tragedia della Prima guerra mondiale, che, pur non essendo state quelle terre lo scenario dei combattimenti, molti uomini furono strappati dal loro mondo per essere arruolati in una guerra insensata per essere tratta come carne da macello; - finita la guerra, il territorio passò sotto il controllo dello Stato italiano ed il fascismo trattò quella terra come zona da colonizzare ed il tedesco fu messo fuori legge nel tentativo di italianizzare la regione, per poi finire ani dopo per essere un popolo intrappolato tra il fascismo ed il nazismo, - finita la Seconda guerra mondiale, quelle terre verdi, che erano state per secoli desinate al pascolo ed alla coltivazione dei campi, furono inondate dall’acqua per favorire la costruzione di una diga che poi si è rilevata inutile … ci meravigliamo perché il popolo sopravvissuto a tutte queste vicende si senta oggi più tedesco che italiano! Il libro ha avuto il merito di portare all’attenzione dell’uomo comune le vicende di questo popolo attraverso il racconto delle vicende della vita di Trina e della sua famiglia, una delle poche che ha avuto la volontà di restare a Curon nonostante tutti gli avvenimenti avversi, ma il tutto è narrato in modo asettico, senza trasporto, impedendo al lettore di venire coinvolto. Manca la presenza del dolore vero … è uno stile più giornalistico che romanzato.
Recensioni
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