È la terza raccolta che leggo del catalogo Gran Via ed è il terzo centro pieno. In questo caso si tratta di un tomo corposo: quindici racconti per quindici traduttrici e traduttori diversi, coordinati da Matteo Lefèvre, che costituiscono una sorta di selezione rivelatrice dell’opera di Giovanna Rivero. L’autrice boliviana sfodera una letteratura profonda come pozzi artesiani, alta come vette andine, chirurgica e territoriale, onirica e celebrale. Un ventaglio molto ampio che abbraccia temi e nature eterogenei, ma che appare anche coesa nel suo procedere seguendo una via ben definita. Per semplicità potremmo incasellare la raccolta in un generico gotico latinoamericano, in cui il perturbante e il fantastico fanno capolino con una certa facilità. Complicato indicare i titoli dei racconti più riusciti essendo tutti di altissima qualità. Mi limito a nominare i miei preferiti: i tormenti cannibali di “Pesce, tartaruga, avvoltoio”, le menti folli di “I due nomi di Saulo” e “Margarita”, gli origami spettrali di “Quando piove, sembra umano”, l’infanzia perduta di “Dentro”, la violenza carnale assolta dalla religione di “La mansuetudine”.
Ricomporre amorevoli scheletri
Un mondo oscuro, il più delle volte sinistro e ostile, attraversato da creature ferite è quello che domina i racconti di Giovanna Rivero, figure inquiete sulla soglia dell'ignoto o di un orizzonte di cambiamento non sempre facile da decifrare. Le vulnerabilità, i più segreti desideri di questi personaggi sono indagati mediante una scrittura che non nasconde nulla, che sfiora la vertigine, che scandaglia implacabile ogni stato d'animo, ogni approssimarsi all'abisso, annullando qualsiasi ipotesi di innocenza, persino infantile. Ma sono anche racconti che, mescolando generi e tradizioni, risultano capaci di catturare le verità profonde di un Paese, la Bolivia del XXI secolo, attraverso metafore, talvolta distopiche, che si alimentano delle ansie e delle distorsioni del presente. Feroci e implacabili, eppure ammantati da un'atmosfera di delicata malinconia, questi quindici racconti, tra i più rappresentativi dell'autrice e raccolti in forma inedita in questa edizione, fanno conoscere al lettore italiano una delle voci più originali della letteratura latinoamericana contemporanea.
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Anno edizione:2020
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Raccontista 27 dicembre 2024
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