Camus esprime in questo brevissimo saggio la sua opinione riguardo alla pena di morte, ancora legale al tempo della stesura di questo scritto in molti stati europei. È proprio sulla presunta legalità di questa pratica che si basano le riflessioni libere ma meditate del filosofo che, mediante esempi attuali e gran respiro critico e letterario, condannano le barbarie ancora perpetrate nella nostra società. Come scrive lo stesso Camus nel saggio: "[...] La vittima, certo, è innocente. Ma la società che si presume debba rappresentarla, può forse sostenere di essere innocente? Non è forse responsabile, almeno in parte, del come che reprime con tanta severità?" Pagina 43 "Senza innocenza assoluta non esiste giudice supremo." Pagina 57 "Affermare che un uomo deve essere assolutamente radiato dalla società in quanto assolutamente malvagio, equivale a dire che la società è assolutamente buona, e nessuna persona sensata può crederlo oggi." Pagina 62 È proprio vero che " Non vi sarà pace durevole né nel cuore degli individui né nei costumi della società fin quando la morte non verrà posta fuori legge." Pagina 70
"Il senso d'impotenza e di solitudine del condannato incatenato, di fronte alla coalizione pubblica che vuole la sua morte, è già di per sé una punizione inconcepibile. E anche per questo sarebbe preferibile che l'esecuzione avvenisse pubblicamente. L'attore che è in ogni uomo potrebbe allora venire in soccorso dell'animale terrorizzato, e aiutarlo a ben figurare, anche di fronte a se stesso. Ma la notte e la segretezza sono senza appello. In questo disastro, il coraggio, la forza d'animo, persino la fede rischiano di essere affidati al caso. Generalmente l'uomo è distrutto dall'attesa della pena capitale molto tempo prima di morire. Gli si infliggono due morti, e la prima è peggiore dell'altra, mentre egli ha ucciso una volta sola. Paragonata a questo supplizio, la legge del taglione appare ancora come una legge di civiltà. Non ha mai preteso che si dovessero cavare entrambi gli occhi a chi aveva reso cieco di un occhio il proprio fratello".
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annacavigioli 13 settembre 2022Riflessioni sulla pena di morte
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