Roma nel Trecento. Gli Statuti del Comune di Roma del 1363
Roma 1363, siamo in una bolla temporale molto particolare nella quale, da una parte, del passato grandioso Impero restano testimonianze negli antichi edifici e negli scritti dei monaci; dall'altra, la città si trova priva del suo capo spirituale in quanto dal 1309 il papato si era insediato ad Avignone. Molti storici hanno voluto vedere nel periodo della "cattività avignonese" un momento di decadenza di Roma, ma scopriamo attraverso lo studio degli Statuta Urbis, oggetto di questo lavoro, una comunità vivace, attiva e volenterosa. Sono norme di ispirazione "popolare", che disciplinano minutamente tutti gli aspetti e le attività della città con l'intento del "buon amministratore" di raggiungere la pacifica convivenza e il benessere dei suoi amministrati. Degli Statuta Urbis, scritti nel tardo latino trecentesco, esistono alcuni testi manoscritti. Quello preso in esame nella presente opera è il Codice Capitolino conservato nell'Archivio storico capitolino. Prefazione di Mario Ascheri.
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Anno edizione:2022
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In commercio dal:16 maggio 2022
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