Rsvp
"Rsvp" sembra un invito, una cartolina senza recapito né messaggio. La richiesta di una risposta che arriva prima che la domanda sia formulata. "Rsvp" è un testo versato, che cola, sgocciola in versi sulla carta e lascia brevi tracce. Nello stesso tempo è una collezione minima di frantumi vetrosi, una ricostruzione infedele. Nasce come suono e tenta di tornare suono. Il foglio è un passaggio, uno specchio, un buco. Si possono lì trovare piccoli oggetti: pezzetti di case, di città, fotografie, paesaggi incorniciati, molte virgole, zone di transito, brevi parentesi, qualche occhio e altri organi. Non c'è storia, non c'è trama se non il tempo dentro cui si sta, che è la sostanza di ogni gesto. C'è molto bianco, quello dove non si è scritto, il bianco che precede, separa, scandisce. "Rsvp" è di poco peso. Canta, se canta, l'assenza, la vertigine dello spazio vuoto, la lacuna. Non ha intenzioni, ma emersioni ritmiche. Quello che affiora è incompleto, spezzato, ma può fluire. Da momento a momento può scorrere o saltare. Per questo motivo si allena alla leggerezza, e non nasconde le cadute.
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Anno edizione:2011
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