Runaway dream. Born to run e la visione americana di Bruce Springsteen - Louis P. Masur - copertina
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Runaway dream. Born to run e la visione americana di Bruce Springsteen
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Descrizione


Per milioni di persone, Born to run, pubblicato nel 1975, è molto più di un semplice album rock: è un'esplosione poetica, un grido di strada che esprime al contempo frustrazione e ansia di libertà. Bruce Springsteen voleva che Born to run fosse il più grande disco rock mai realizzato. Per un musicista che veniva da due album di modesta fortuna commerciale, si trattava di un'ambizione sovrumana. Session dopo session, canzone dopo canzone, Louis P. Masur ci racconta come il genio e la determinazione riuscirono nell'impresa. Runaway dream è un viaggio negli esperimenti e nel trionfo del lavoro di Springsteen. E oltre alla storia dell'album, Masur analizza l'impatto di Born to run nella cultura americana, dimostrando come le immagini delle ragazze, delle strade bollenti e delle notti del New Jersey abbiano sfidato il tempo e siano ancora oggi vivide e potenti.

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Dettagli

2010
223 p., ill. , Brossura
9788862311335

Valutazioni e recensioni

  • alv
    tutto su "Born to run"

    "e una volta finito? lo detestavo! mi sembrava la peggior schifezza che avessi mai sentito" diceva Bruce nel 1976 dell'album "Born to run" mostrando quella insicurezza che spesso lo ha frenato. Il libro racconta la genesi di "Born to run" e l'impatto dirompente nel rock americano e mondiale, il ruolo fondamentale di Jon Landau e quello decisivo di Steve Van Zandt, soffermandosi ovviamente anche sulle singole canzoni. Non racconta nulla di nuovo ai fans più incalliti ma è certamente un libro godibilissimo

  • ALBERTO CALANDRIELLO

    Born to run. Un libro su born to run, che se qualcuno fosse appena sceso da marte ricordo essere un disco di bruce springsteen del 1975. IL disco. Di cui ho: il cd il cd col libretto con 3\4 foto aggiunte il cd del 10° anniversario edizione americana il cd dell'edizione giapponese il cd dell'edizione uscita con un giornale spagnolo con libro in spagnolo il cd dell'edizione uscita con un giornale italiano il cd singolo il vinile il vinile remastered 200 grammi il vinile dove invece che Jon Landau c'è scritto John Landau il vinile greco il vinile israeliano il vinile argentino il vinile italiano con l'adesivo scritto in italiano il vinile italiano col poster in omaggio il vinile "not for sale" il picture disc il 45 giri l'edizione rimasterizzata del 2005 spartiti per pianoforte (che ovviamente non suono) libro fotografico spilletta di cui ho la maglietta con su la copertina, che mia moglie, che di solito sclera per le mie manie ha scelto PERSONALMENTE di indossare in sala parto quando è nata virginia, che ovviamente non è stata più lavata ed è li coi chiari segni di un parto impressi tra la barba di bruce ed il faccione di clarence. insomma, per me è IL disco e lo dico consapevole che lo springsteeniano medio è in pieno (e giustificato) trip da Megasuperextradeluxedition di Darkness on the edge of town Cosa può dirmi ANCORA un libro su “IL disco”? Considerato che io ritengo il filone dei libri su springsteen abbondantemente satollo di libri non propriamente indispensabili (MA mai satollo come il filone di libri sui fans di springsteen... ma lasciamo perdere) al punto che l'unico che dovrebbe uscire è quello scritto da bruce medesimo E POI BAAAAAAAAAAAAAAAAASTA, ho iniziato questo libro senza grosse aspettative, se non il piacere di averlo ricevuto in regalo da amici (ed un libro regalato si legge SEMPRE figurarsi poi un libro su “IL disco”). Invece invece, vuoi che “IL disco” è un argomento di cui credo non mi stancherò mai, vuoi che l'autore scrive bene, semplice, con qualche aneddoto interessante, vuoi che ok sono tutte cose dette e ridette ma NON FANNO MAI MALE, beh alla fine nei 3 giorni che ci ho impiegato, il libro (accompagnato dall'ascolto de “IL disco” in cuffia, bell'esperimento) è riuscito ad emozionarmi. E se ormai non faccio più caso ai lucciconi ogni volta che ascolto Thunder road o alla pelle d'oca che si alza durante Jungleland o al piedino che si agita in She's the one, beh che un libro riuscisse ad emozionarmi anche se poi diceva cose quasi tutte già note è stata una bella sorpresa. Lo scrittore ha tra l'altro anche un paio di approcci ai testi molto interessanti, che mi hanno fatto dare una lettura se non altro più completa di quello che a mio avviso rimane tutt'oggi il disco più bello della storia del rock.

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