Una bella raccolta di racconti cyberpunk italiani, pubblicata nel 1999 a cura di Roberto Sturm. Siamo in un periodo in cui il cyberpunk ha esaurito la sua spinta originaria, gli autori di grido (Gibson, Sterling, Laidlaw, ecc.) si dibattono tra cliché di genere e fughe verso altri stili mentre in Italia un gruppo di autori sembra avere le idee molto chiare (e fresche): Giuseppe De Rosa (con il bellissimo "Soldati"), Vittorio Catani, Francesco Grasso, Franco Forte, Danilo Santoni (con "Vita di sogno"), Franco Ricciardiello, Alberto Henriet, Francesco Scalone (con l'interessante "M. (mille mondi ancora)"), Roberto Sturm, Emiliano Farinella e Domenico Gallo. Il quadro narrativo che emerge è solido, le trame appassionanti, i racconti ben costruiti e sviluppati, tutti (qualcuno più di altri) sorretti da una buona scrittura. Un mondo "minore" in cui, con notevole freschezza e ottimi spunti narrativi, ci si inserisce nel racconto di fantascienza (con rispetto del passato), lo si adatta al presente (grazie ai nuovi stimoli legati proprio al cyberpunk) e si immaginano futuri alternativi e mondi possibili. Colpisce la naturalità dello stile, sempre perfettamente a fuoco in ogni racconto, l'originalità di alcune soluzioni, la potenza di alcune trame, la bravura con cui i vari autori riescono a reinventare un genere. Chiudono la raccolta due brevi e interessanti saggi sul cyberpunk e la fantascienza contemporanea (di Fabio Gadducci, Mirko Tavosanis e Piergiorgio Nicolazzini), anche questi di notevole lucidità e consapevolezza. Una raccolta sorprendente per qualità e spessore, passata credo inosservata ma degna di essere riscoperta e valorizzata, consigliatissima agli amanti del genere.
