La scelta di Peter Pan. Da Kirriemuir ai Giardini di Kensington - Luisa Pecchi - copertina
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La scelta di Peter Pan. Da Kirriemuir ai Giardini di Kensington
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Descrizione


I Giardini di Kensington, Peter Pan, le fate, David e il Capitano W. Una storia immortale, l'originale, la prima versione, così come è apparsa nel 1902, all'inizio di tutto, all'interno de "L'uccellino bianco". Leggerla per noi stessi fa sentire leggeri. Leggerla a un bambino rende noi, lettori adulti, molto simili alle fate, quelle vere. Quelle che si vestono come fiori, per non farsi notare. Quelle che ballano tutta la notte. Quelle che sanno volare. Allora, leggeri e fatati noi stessi, voliamo verso Kirriemuir, dove James Barrie è nato e ha vissuto e respiriamo l'aria che lui ha respirato.

Dettagli

  • 2019
  • 17 settembre 2019
ill. , Brossura
9788831929356

Valutazioni e recensioni

  • Ely
    Un babino che parla al nostro bambino interiore

    Ho letto Peter Pan nei Giardini di Kensington prima della storia più nota di Peter Pan, ma conoscendo già a fondo il mito del bambino che non voleva crescere. Questo romanzo è un piccolo gioiello sospeso tra incanto e malinconia, scritto da Barrie con una sensibilità che sembra appartenere più a un bambino che a un adulto. La sua penna non si limita a raccontare, ma gioca, sussurra e avvolge il lettore in un'atmosfera che non richiede alcuno sforzo per sospendere l’incredulità: ogni elemento fatato, ogni regola del mondo magico viene raccontata con tale naturalezza che ci si ritrova a fine capitolo con la convinzione che sì, tutto ciò potrebbe davvero esistere. Questa è forse la vera magia di Barrie: la sua capacità di parlare direttamente al bambino che è in noi, quello che forse abbiamo dimenticato, ma che non è mai scomparso del tutto. La lettura lascia negli occhi quella luce tipica dei bambini, un misto di stupore e consapevolezza segreta, come se per qualche ora avessimo visto il mondo con il loro sguardo. In questo universo, la realtà e l’immaginazione non sono in contrasto, ma parte dello stesso tessuto narrativo: i bambini non devono sforzarsi di credere nel magico, lo vivono con naturalezza, mentre gli adulti, crescendo, perdono quella capacità di percezione e si separano da esso. Peter Pan, in questa storia, non è ancora l’icona dell’Isola che non c’è, ma piuttosto un pretesto narrativo per raccontare un luogo: i Giardini di Kensington, che si animano di creature invisibili agli occhi adulti. È affascinante osservare come il magico richiami a sé i bambini, come li attiri e li coinvolga senza bisogno di spiegazioni razionali. In questo senso, Peter Pan nei Giardini di Kensington ha lo stesso potere evocativo de Il Piccolo Principe: è un libro che sembra scritto da un bambino per altri bambini, ma che cela una profondità struggente per chi lo legge con occhi adulti.

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