La sciarpetta rossa. Diario di guerra e di prigionia (1943-1945)
Un diario di prigionia schietto, privo di retorica e di sentimentalismi, che racconta la dura vita della sopravvivenza del corpo e della propria umanità. È nella fredda e brumosa Prussia Orientale, nel lager di Stablack, che si ambienta gran parte di questo racconto. Guerrino Moretto, soldato prigioniero n. 14059 1 A, vi giunse il 30 settembre 1943. L'8 settembre lo aveva colto in Dalmazia, a Ragusa: per un'assurda coincidenza era rientrato al suo reparto giusto il giorno prima dal Veneto. Fosse rimasto a casa nessuno avrebbe potuto rimproverarglielo, e un ritardo anche di un solo giorno avrebbe cambiato la sua vita. Invece si trovò rinchiuso in una tradotta per il nord che lo trasportò dai minareti musulmani della Bosnia Erzegovina ai cupi profili delle lande baltiche. A dargli un po' di conforto in questo ambiente ostile, dove vigeva la legge della sopravvivenza e i morsi della fame oscuravano tutto, le amicizie con i commilitoni e gli sporadici incontri amorosi. La sciarpa rossa, dono di una ragazza, sarà un dolce ricordo che lo distrarrà dagli orrori del lager. Guerrino resterà a Stablack fino al 9 maggio 1945, quando, liberato dall'Armata Rossa, potrà scrivere sull'ultima pagina del suo diario: "È finita!?!?". Prefazione di Alessio Alessandrini.
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Anno edizione:2018
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