Ci sono libri che una volta letti vengono riposti sulla mensola della libreria e rimangono lì a prendere polvere, a volte ci dimentichiamo la trama, a volte ci dimentichiamo addirittura del libro stesso. E poi ci sono i libri di Cecelia Ahern. Che il tempo passa, e loro se ne stanno nel loro posticino sulla libreria, ma basta passarci davanti, gettargli un'occhiata e, come per magia, ritrovarsi a sorridergli, ricordando, appunto, la magia che contengono. O forse succede solo a me perché sono di parte e molti dei libri di Cecelia Ahern mi fatto quell'effetto lì. E questo è uno di loro. Come spesso accade con la Ahern, anche in questa storia la magia non manca. E qui ha anche un preciso luogo di provenienza: Enoizanigammi. Luogo sconosciuto? Impronunciabile? Inesistente? No... luogo frequentatissimo da tutti, è solo che lì si parla la "lingua dell'incontrario". Capito ora? E' da Enoizanigammi che viene Ivan, a sconvolgere le vite di Luke e di sua zia Elizabeth. Ivan è l'amico immaginario (ma forse neanche tanto) di Luke, ma un giorno accade la magia cui alludevo sopra: anche Elizabeth inizia a vedere Ivan. E a farsi cambiare la vita da lui. A lasciare entrare nella sua routine, nella sua vita organizzata e precisa e controllata quest'uomo che si diverte a disperdere i semi di tarassaco con un soffio, a farla ballare, ridere. Potrebbe sembrare la classica storiella dalla trama già delineata: lei è triste, lui le cambia la vita, si innamorano e fine. Ma non è così. Non c'è niente di melenso o zuccheroso in questo libro. E sul finale, non voglio rivelare niente, ma non è così sdolcinato come molti potrebbero pensare storcendo il naso. E forse, è proprio questa l'abilità della Ahern, raccontare storie magiche che sembrino reali, o raccontare la realtà inserendoci sempre, però, quel pizzico di magia. Sicuramente, almeno per me, scrivere libri che anche a distanza di tempo si fanno ancora ricordare, e hanno ancora qualcosa da dire
