I sei sospetti

Romanzo poco noir, l'omicidio di un produttore cinematografico è solo l'occasione per raccontare le storie disegnati dei sei sospettati e per criticare le disuguaglianze della società indiana. Le singole storie, però, risultano troppo slegate tra loro e l'intento moralista troppo evidente.

un bel libro. Dopo 'Le dodici domande' un altro spaccato della società indiana, bella e contraddittoria. 6 personaggi che animano la storia, e che finiscono per intrecciarsi, gli uni agli altri, comparendo ognuno sullo sfondo delle vicissitudini dell'altro. Nonostante il numero delle pagine sia da 'giallo', la lettura va via che è una meraviglia. Ottima la struttura, sequenziale, a partire dall'omicidio sino ad arrivare alla soluzione dell'enigma, difficilmente intuibile... bravo Vikas, continua così che 'ce piaci'!

Prendete sei personaggi, ognuno con un muovente per l’omicidio dell’odiatissimo Vicky Rai, figlio del potente ministro dell’Interno dell’Uttar Pradesh. Sei personaggi, ognuno con la propria storia: il burocrate Mohan Kumar posseduto dallo spirito del Mahatma Gandhi, la star di Bollywood Shabnam Saxena con il suo progetto Cenerentola, Eketi l’aborigeno della Piccola Andaman alla ricerca della pietra della sua tribù primitiva, il ladro di cellulari Munna Mobile alle prese con l’amore per una ragazza di una casta superiore, il texano Larry Page, omologo del fondatore di Google, finito in India con la fregatura di una promessa sposa, e lo spietato Jagannath Rai, ministro dell’Interno dell’Uttar Pradesh, padre della stessa vittima. Bene, presi questi sei personaggi, prendete uno scrittore straordinario e orginalissimo come Vikas Swarup che vi guiderà tra le mille controversie di un’India, non più vergine e proba, tra star del cinema, slum, politici corrotti, guerre di potere, polizia violenta, un po’ di amore, tanta originalità, satira e una riflessione sulla situazione politica e morale del Paese. Un libro che mi è piaciuto tantissimo, letto in un rapido fiato: uno di quei libri che, una volta finito, mi fa venire voglia di averlo letto meno rapidamente. Veramente un bel romanzo, veloce, curioso, originale, brillante, ricco, sincero, appassionato e pieno zeppo di India e di belle battute, soprattutto quelle del texano, un personaggio verosimile e divertente. Da non perdere. Un po’ cara l’edizione Guanda, ma vale la pena.