Attirata dalle numerose e positive critiche, ho acquistato e letto subito il romanzo. Un uomo di successo in crisi ed una giovane donna scrittrice che ha smarrito l'ispirazione (in cui è facile riconoscere la stessa autrice), entrambi americani di origine ebraica, si trovano a Tel Aviv, dove si riagganciano fortemente alle loro radici. La trama, all'incirca, finisce qui. Il resto è un continuo richiamo all'ebraismo, nelle descrizioni, nei pensieri dei personaggi, nelle dissertazioni storiche che, però, è continuamente infarcito di una certa "spocchia" da parte dell'autrice. La sensazione, infatti, è che nello stile vi sia sempre una sorta di autocompiacimento ed autocelebrazione per le proprie capacità che, se certamente vi sono, a lungo andare mi sono risultate fastidiose (considerando, fra l'altro, che poi il titolo "Selva oscura" viene spiegato come tratto da una citazione di Dante che è stata riportata alla Krauss: di questo non ci sarebbe stata necessità!). Nel complesso mi ha un po' deluso.
Selva oscura
Vitale, ironico e profondo: un romanzo in cui i destini si incrociano, in una «selva oscura» che è il luogo del perdersi e del ritrovarsi, con il coraggio di guardare sempre oltre il visibile, verso l'infinito.
«Un romanzo straordinario. Sono pieno di ammirazione» – Philip Roth
«Un romanzo ricco di immaginazione e humour... Il lettore, conquistato, non può che applaudire» – Library Journal
«Misterioso, incantevole... Una riflessione sul paradosso dell'esistenza, uno sguardo profondo sul nostro io» – Booklist
«Nicole Krauss è al suo meglio. Una intelligenza folgorante, una scrittura elegante. Un risultato eccezionale» – The Guardian
Jules Epstein è sparito nel nulla. Dopo aver passato la vita ad accumulare ricchezze e a sfinire chi gli stava vicino con la sua personalità sovrabbondante, litigiosa e volitiva, una misteriosa metamorfosi lo ha portato a mettere fine alla carriera di avvocato e a trentacinque anni di matrimonio, e ad «alleggerirsi» di tutto ciò che possedeva. Abbandonato il lussuoso appartamento di New York, ha intrapreso un viaggio verso le sue radici ebraiche, con l'obiettivo di trovare un modo degno per onorare la memoria dei suoi genitori. Le ultime notizie lo davano all'hotel Hilton di Tel Aviv, e da lì i tre figli, a cui non ha lasciato messaggi né indizi, dovranno cominciare a cercarlo... A Tel Aviv, nello stesso albergo, arriva anche una scrittrice americana, che vive a Brooklyn con marito e figli, partita alla disperata ricerca di una via d'uscita da una crisi personale e creativa. L'Hilton rappresenta per lei un luogo simbolico, dove trascorreva sempre le vacanze da bambina e dove sente di aver lasciato una parte di sé. Qui incontra un vecchio amico del padre, un professore di letteratura in pensione, che ha stima per il suo lavoro e vuole coinvolgerla in un progetto legato a un'opera incompiuta di Franz Kafka. Un compito altissimo, che si trasforma per lei in una sfida non solo professionale. Vitale, ironico e profondo: un romanzo in cui i destini si incrociano, in una «selva oscura» che è il luogo del perdersi e del ritrovarsi, con il coraggio di guardare sempre oltre il visibile, verso l'infinito.
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Autore:
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Collana:
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Anno edizione:2019
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Formato:Tascabile
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ALESSANDRA MISCIONE 09 aprile 2018
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