Secondo romanzo, dopo Una vita, Senilità venne dato alle stampe nel 1898 per i tipi della Ettore Vram. Tuttavia, non era sconosciuto al pubblico, almeno quello locale, perché era stato pubblicato in 79 puntate (dal 15 giugno al 16 settembre 1898), peraltro con parecchi refusi, sul quotidiano irredentista triestino “L’Indipendente”. In breve è la storia di Emilio Brentani, un uomo di poco conto, incapace di prendere le decisioni che contano, infelice per aver tanto bramato l’amore e il piacere senza averli però raggiunti. In lui ormai vive una sorta di rassegnazione e di abulia, tipica dell’uomo che si lascia prendere e trasportare dal vento dell’esistenza, chiuso nei suoi ricordi, atteggiamento questo proprio di una vecchiaia spirituale, da cui appunto il titolo Senilità. Detto così sembrerebbe un romanzo con una trama pressoché assente, ma non è così; ovviamente non aggiungo altro, perché ben mi guardo di togliere a chi interessato il piacere della lettura. Svevo non nutre simpatia nei confronti di Emilio Brentani, ma si fa supportare da una nota ironica in quanto per certi aspetti il personaggio principale assomiglia all’autore stesso, costretto a un lavoro, quello di banca, che non gli piace e che pratica solo per necessità economiche. Pur tuttavia, al di là di quello che può essere lo spunto autobiografico, Senilità ha uno scopo ben più ampio, mettendo ben in evidenza le frustrazioni, l’insoddisfazione dell’intellettuale della piccola borghesia, dividendo la società fra lottatori, che cercano di emergere, e contemplatori, che si limitano a essere spettatori del palcoscenico su cui si svolge la commedia dell’esistenza. E nel romanzo queste due classificazioni sono ben rappresentate da quattro personaggi, quasi a voler dimostrare che l’autore ha saputo ben osservare, senza intervenire nel ciclo della vita, rientrando quindi nella categoria dei contemplativi.
Senilità
A trentacinque anni Emilio Brentani vive un'esistenza grigia accanto alla sorella Amalia, una donna semplice e buona, ma non più giovane né bella finché incontra Angiolina una vitale e "facile" popolana con cui intreccia una relazione. Emilio attribuisce a questo rapporto un significato che l'indole morale della ragazza non sa sostenere. L'amico Balli viene coinvolto nella vicenda e Angiolina ne diventa l'amante. Amalia se ne innamora nascostamente; quando il suo sentimento viene scoperto, sentendosi frustrata e derisa si stordisce con l'etere e ne muore. Emilio, completamente vinto dalle vicende, rinuncia a sentirsi vivo e sceglie "la senilità", rinunciando così anche alle emozioni e ai sentimenti.
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Autore:
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Edizione:15
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Anno edizione:2006
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Renzo 29 agosto 2023Vivere nel grigiore
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