Sénza vultès indrì. Poesie in dialetto romagnolo
Le vicissitudini quotidiane che costellano la vita dei singoli, si trasfigurano nella Borgini in un fervore e in una complicità emotiva che trovano confacente e compiuta testimonianza all'interno delle sue pagine, fuse in una sintesi del tutto adeguata al proprio modo di intendere le cose e gli eventi che coronano il percorso temporale dell'uomo. Di conseguenza non è riconducibile al caso l'avvicendarsi nella raccolta di appartate figure femminili e maschili, personificazioni, ciascuna a suo stile, di eterogenee subalternità nei confronti di sogno e disinganno, soggetti che si fanno metafora di piaghe quali sfruttamento e prostituzione, creature elevate a portavoce di avversità che spaziano da degenza e malattia, a vecchiaia... solitudine... emarginazione. E tali presenze s'affollano e insistono alla mente della scrittrice, per rinsaldarle memoria circa le proprie emarginate vicissitudini, con quell'accento sommesso idoneo alla preponderante cerchia dei tanti che non si sono mai elevati a ruoli di preminenza, personaggi umili e schivi che tuttavia paiono esortarla al recupero dei singoli, esigui tasselli di un esserci anonimo e senza spicco, da ricomporre poi in un variegato mosaico.
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Anno edizione:2017
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