Dylan Dog, l’indagatore dell’incubo
Nel panorama del fumetto italiano, Dylan Dog occupa un posto di assoluto rilievo, non soltanto per l’enorme successo di pubblico, ma per l’impronta culturale che ha saputo lasciare nel corso dei decenni. Creato da Tiziano Sclavi e pubblicato da Sergio Bonelli Editore, ha debuttato in edicola nell'ottobre del 1986, rivoluzionando l'immaginario dell’horror a fumetti (anche se "horror", per questa serie, è riduttivo) e aprendo la strada a una nuova idea di protagonista: tormentato e riflessivo, ma dall'animo compassionevole e ironico.
Difficile circoscrivere Dylan Dog in un unico genere che non ne limiti le tantissime sfumature: le sue avventure alternano infatti l'horror tradizionale (con "omaggi" ai mostri classici del genere), allo splatter moderno dei film di Dario Argento; ma anche al giallo, al surreale e al fantastico in generale. Forte di queste caratteristiche, il "fenomeno Dylan Dog" è esploso in fretta, diventando per lungo tempo il fumetto più venduto in Italia.
Chi è Dylan Dog
Il suo nome è ispirato a quello del poeta Dylan Thomas. Vive al numero 7 di Craven Road, in una casa dal campanello 'urlante'. Ha lavorato a Scotland Yard, dove ha conosciuto il suo padre putativo, l'ispettore Bloch, che “non si arrabbia dal '49 e non scherza più dal '42”. Vegetariano e animalista convinto, Dylan Dog ha un passato misterioso e tormentato. È infatti la dimensione onirica - o meglio, quella dell'incubo - a costituire la sua più grande attrazione, sia dal punto di vista personale, sia da quello professionale. Come detective privato si occupa esclusivamente di casi singolari e inconsueti: a lui si rivolge chi è stato in qualche modo toccato o sfiorato dal soprannaturale. Persone a cui la polizia non crede e che cercano qualcuno disposto ad ascoltarle e aiutarle. Il male, l'oscurità e la paura irrazionale dell'ignoto lo affascinano enormemente. E lui stesso ha paura: non è certo un eroe invincibile, e anzi a volte non riesce proprio a risolvere il caso, a uccidere il mostro, a portare luce nell'oscurità. O più spesso ci riesce solo in parte. E quando tutto sembra finire, ecco che l'orrore ricompare sulla sua strada.
Il suo assistente è il sosia di Groucho Marx, incaricato 'al lancio della pistola' nei momenti di difficoltà, ruolo svolto raramente con successo. Autore di terribili battute ai suoi danni, in quasi tutti gli albi è sull’orlo del licenziamento. Il rapporto con le donne è un altro tratto distintivo di Dylan Dog: non è un semplice dongiovanni, si innamora sempre, puntualmente. E il più delle volte le sue storie finiscono male: Dylan viene abbandonato o le donne in questione muoiono o rivelano un insospettabile lato oscuro…