Simbolismo italiano fra arte e critica. Mario De Maria e Angelo Conti
Questo libro ripercorre vicende ed esperienze del Simbolismo italiano che, pur ancorato al verosimile e a procedure pittoriche meticolose, e frammentato in singole esperienze individuali, dimostra di risentire ampiamente dell'idealismo filosofico ed estetico, del quale Angelo Conti (1860-1930) è forse il principale divulgatore. Per molti artisti, in special modo per il bolognese Mario de Maria (1852-1924), fu tramite di conoscenza dei teorici francesi e anglosassoni: Aurier, Gautier, Guyou, Taine, Pater, Carlyle. Un ventennio di grande amicizia (1881-1900) legò il critique militant, filosofo dell'estetica, all'isolato de Maria, satanico e "lunatico" come lo appellava d'Annunzio. Un'amicizia fatta di similitudini, di vite e attività che scorrono parallele e intrecciate fra Roma, Firenze e Venezia e che ha guidato le ricerche fra fatti e idee: così entrano in gioco Adolfo Venturi e Benedetto Croce, Vittore Grubicy che con de Maria formula un concetto avanzato e inedito di "arte impersonale", la ricostruzione di un corpus pittorico e dei suoi significati, come i fondamenti critici ed estetici dell'ambiente idealista precrociano nell'Italia di transizione fra XIX e XX secolo.
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Anno edizione:2007
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