L'idea di affiancare Scalfari a Diderot è quantomeno singolare; detto ciò, porre il dialogo introduttivo in appendice finale poiché "la lettura integrale può affaticarvi, e al limite annoiarvi" è, considerata la sua brevità, una scelta poco felice sia nei confronti dei lettori (nei quali Scalfari riponeva evidentemente poca fiducia) sia nei confronti dello stesso Diderot.
Il sogno di D'Alembert-Il sogno di una rosa. Ediz. ampliata
«A memoria di rosa, non si è mai visto morire un giardiniere». Questa citazione (che non è di Diderot, ma di Fontenelle) aleggia per tutto il dialogo "Il sogno di d'Alembert" - l'opera di Diderot forse più audace intellettualmente, più briosa e ricca - ad ammonire che il limite, negativo, della possibilità di conoscere non può essere scambiato, positivamente, con il limite della possibilità di essere della realtà. E domina, riecheggiata già nel titolo "Il sogno di una rosa", nella continuazione di quel dialogo immaginata da Eugenio Scalfari. "Le rève de d'Alembert" fu scritto da Diderot nel 1769, e conosciuto postumo, in forma di commedia brillante, pettegola, spiritosamente oscena: da un illuminista che credeva che la filosofia non fosse altro che resoconto sintetico dell'ininterrotta conversazione con se stessi e con gli altri, libera, aperta, correggibile, in cui consiste, certo per piacere, forse per dovere, l'appartenenza al genere umano: ed è un capolavoro di materialismo non volgare, ma contiene, in spunti e anticipazioni, le domande discusse oggi dalla cosiddetta filosofia della mente. In tempi probabilmente infelici per l'onestà e il senso di quella conversazione, il gioco di Scalfari più che una continuazione, più che un d'après Diderot, ne è uno scarto verso la malinconia: una cornice per l'oggi. Diderot conversa con mademoiselle de l'Espinasse del suo antico dialogo, e tenta e prova del materialismo la malinconica saggezza, la consolazione infinita, dignitosa e incerta. Questo libro è stato pubblicato per la prima volta nel 1994. Viene riproposto oggi in una edizione accresciuta e con una nuova introduzione in cui Eugenio Scalfari racconta come e perché nacque il progetto di affiancarlo all'autore dell'Encyclopédie.
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Edizione:2
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dpiume 15 dicembre 2023Scelta editoriale che non convince
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dpiume 14 dicembre 2023Scelta editoriale che non convince
L'idea di affiancare Scalfari a Diderot è quantomeno singolare; detto ciò, porre il dialogo introduttivo in appendice finale poiché "la lettura integrale può affaticarvi, e al limite annoiarvi" è, considerata la sua brevità, una scelta poco felice sia nei confronti dei lettori (nei quali Scalfari riponeva evidentemente poca fiducia) sia nei confronti dello stesso Diderot.
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ENZO GALLITTO 18 giugno 2018
Ci son voluti un bel po' di giorni, ma poi è arrivato. EG
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