Giovanni è un regista che sta realizzando un film che parla di politica, ma del quale non è troppo convinto. Nel mentre, c'è la fine del rapporto con Paola, sua moglie e produttrice, e la fine con un certo modo di produrre i film. Dopo la parentesi di "Tre piani", Nanni Moretti torna a parlare di sé e del suo rapporto con il cinema, e soprattutto con sé stesso. Adottando strutture già note al suo pubblico e ricorrendo alle autocitazioni più che in passato, Moretti riesce a portare avanti delle riflessioni interessanti, che coinvolgono in primis il suo personaggio, del quale vediamo gli aspetti più grotteschi. Si ride di gusto e si cresce insieme all'attore e regista, che fonde il sé stesso di "Sogni d'oro" e di "Aprile", mostrandocelo cresciuto e ammorbidito. Il discorso sulla paura di non avere più niente da dire che il film porta avanti si rivela più profondo di quanto questa descrizione possa fare, e colpisce in particolar modo chi vorrebbe intraprendere questa strada. Il film non è esente da difetti, come movimenti di macchina inutili e qualche pecca nella direzione degli attori, ma c'è cuore, e tanto basta. L'edizione blu ray è una delle migliori del mercato home video italiano: ottimo packaging, bei gadget, prezzo decisamente competitivo. Qualche extra in più non avrebbe stonato, ma non si può avere tutto.
