Solitude Creek

Come la maggior parte dei libri di Deaver anche questo ti tiene incollato fino alla fine ma soprattutto ti mostra dei risvolti della vicenda che non penseresti finché non leggi l'ultima pagina. Inoltre l'autore riesce a focalizzare delle realtà, delle problematiche e stili di vita sempre attuali, che devono essere frutti di un lavoro preparatorio e di studio veramente notevole. Niente sembra lasciato al caso e le apparenze, che sembrano disegnare la trama imbastita, veramente ingannano!

"Solitude Creek" è un thriller decisamente al di sotto delle aspettative, ma soprattutto neanche lontanamente parente con altre opere dell'autore. Risulta molto lento nella narrativa, con un elenco dei personaggi e una caratterizzazione dei medesimi che ricorda l'elenco telefonico di un paesino del Minnesota. Quelli che dovrebbero essere dei colpi di scena si riducono a delle "sorpresine". Anche la parte "rosa" del romanzo che esamina le tribolazioni amorose della detective Dance, vengono risolte rapidamente, in modo banale, come se l'autore avesse fretta di finire la stesura del libro. La narrazione, inoltre, non si limita alla questione del Solitude Creek, ma inizia a divagare su altri casi, completamente slegati dalla trama principale. Il che non sarebbe poi così male, se ci fosse un filo conduttore che però latita.

Deaver è l'unico autore che conosco che riesce spesso a superarsi. Thriller ad altissima tensione aumentata dal fatto che ogni capitolo si conclude su un momento clou che sembra andare in un modo e poi nel capitolo seguente la situazione cambia. Trama creata da diverse situazioni che si sviluppano in parallelo e tantissimi colpi di scena. Originalissima e più che mai attuale l'arma dell'assassino: la paura che trasforma un gruppo di persone in una folla impazzita. L'amore è appena abbozzato, ma c'è.