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A dispetto dei tanti sentenziatori che lo davano per “finito” fino a ieri, il Blasco – Kom – Vasco Rossi torna a suonare; per farlo ha scritto un disco più vivo ed energico che mai, fatto di chitarre e basso che ritornano centrali nella composizione di quasi tutti i brani, gli arrangiamenti graffianti ricordano gli anni migliori e sigillano la lunga tracklist di un album che lascierebbe impallidire anche il più incazzato tra i nuovi e blasonati fenomeni del rock. Quindici brani di cui nove inediti oltre al singolo di lancio Come vorrei, tre versioni rielaborate di brani già editi negli scorsi mesi (Cambia-menti, Dannate nuvole, L’uomo più semplice) e due bonus track in coda che rappresentano le vere chicche per appassionati e non: L’ape regina, da un testo di Davide Schmidt Rossi e Marta piange ancora, versione ufficiale e definitiva di una registrazione di una delle prime canzoni composte da Vasco, già diffusa in rete clandestinamente da tempo. Sono innocente è un disco sincero, determinato e grintoso, che convince al primo ascolto diversamente dalle ultime produzioni del rocker di Zocca che risultavano meno immediate, che stupisce dal punto di vista sonoro per l’approccio deciso e moderno a certi suoni poco “tradizionali” per il mercato italiano a partire dagli spunti “pesanti” d’oltreoceno di Glen Sobel, virtuoso della batteria per Alice Cooper, che regalano una connotazione fortemente rock a tutto il progetto pur mantenendo intatta l’identità creativa imprescindibile di Vasco. Alle sessions di registrazione hanno preso poi parte anche Vince Pastano, in passato chitarrista di Luca Carboni, ma da poco approdato in pianta stabile nel team del Komandante , e Davide Rossi, violinsta e produttore per Coldplay, Elisa e Goldfrapp. L’alternarsi di sferrate elettriche e dure a mood più malinconici e rilassati trova il suo compimento perfetto nella prima parte del disco ed inizia con Sono innocente ma… , un brano che chiarisce il senso del titolo dell’album e la posizione di Vasco rispetto alle critiche che da sempre hanno caratterizzato tutta la sua vita “…Sono innocente ma non mi fido più, ho solo qualche multa da pagare, qualche pastiglia e qualche rospo da ingoiare…“; prosegue con Duro incontro, un “quasi omaggio” per continuità, ad un suo vecchio successo che i fans hanno da subito riconosciuto Fegato fegato spappolato; i battiti rallentano per Come vorrei e Guai che seguono il sentiero stilistico più recente di Vasco, fatto di ballate e più melodia, messe li quasi a preparare l’esplosione di Lo vedi, un brano heavy ad alto tasso metallico su un testo esplicito senza sconti “…Lo vedi quello che respira l’aria intorno a te, lo vedi quello che ti vuole fottere. Lo vedi? o non lo vedi? Ci credi o non ci credi?…“, che si colloca tra le sorprese più gradite dell’album. Nella seconda parte ideale di questo lavoro troviamo le versioni reloaded già citate, un paio di esperimenti con l’elettronica (parsimoniosamente dosata) in Aspettami e Il blues della chitarra sola, un’oscura ed affascinante traccia strumentale chiamata Rock star, la leggerezza di una (forse) superflua Accidenti come sei bella,ed infine Quante volte, una di quelle canzoni perfette che solo Vasco ogni tanto scrive, che arriva diretta al punto e al cuore: “…Io non voglio più vivere solo per farmi compagnia, io non voglio più ridere // Non ho voglia di credere che domani sarà diverso e poi.. Si vedrà…“. A chiusura le due rarities da collezione impreziosiscono il disco di una nota vintage e poetica, dando prova palese che l’ispirazione del Kom è ancora alta e pregiata. Ottima prova per Vasco, che a trentasei anni dal suo debutto confeziona una raccolta di canzoni sorprendenti, con il coraggio di rischiare e mettersi ancora in gioco con tante cose belle da raccontare.
Il rocker di Zocca, a mio avviso non delude mai. L'intero album è d'ascoltare di getto. Come ovvio che sia sono lontani i tempi di Bollicine e Albachiara. Ma l'album merita, pezzi come Guai, Dannate e Quante volte, sono intense e ricche di sensazioni rievocative. Vale la pena comprarlo per ascoltare un Vasco nuovo ma sempre emozionate e struggente. Mi piace il packing cartonato, più comodo e meno dispendioso in fatto di spazio.
Recensioni
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