Le sorti del guerriero. Aspetti della funzione guerriera presso gli indoeuropei
Fin dal 1938, Dumézil aveva riconosciuto la celebre tripartizione delle funzioni all’interno della civiltà indoeuropea: la seconda fra queste è appunto la funzione del guerriero. Da allora, per trent’anni (il libro qui presentato è del 1969) proseguì nell’indagine sul significato di questa funzione, seguendo come sempre le piste più diverse, dall’Iran all’India, dalla Roma antica ai Germani. Ne risultò alla fine questo libro, uno fra i più ricchi e densi nell’opera di Dumézil.
«Un paese che abbia perduto le sue leggende, dice il poeta, è condannato a morire di freddo. È più che possibile. Ma un popolo che non avesse miti sarebbe già morto». Con queste parole si avvia l’indagine. E presto, attraverso i miti che hanno al loro centro figure come Indra, Eracle o Thôrr, siamo obbligati a capire la complessità e l’ambiguità della figura del guerriero: essere iniziatico e mostruoso, capace di metamorfosi animali (da qui la furia del guerriero), continuamente immerso nella gloria e nella colpa. A seconda dei tratti che ogni singola mitologia esalta e illumina nella figura del guerriero, cambia l’immagine globale di una civiltà: rare volte ne abbiamo incontrato una dimostrazione eloquente come in questo libro.
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Edizione:2
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