Un testo scabro, ironico, pungente, una lucida analisi priva di buonismo che fa del "crollo" il protagonista assoluto intorno a cui si sospendono la scena e i suoi personaggi, attori-scarafaggi dediti ad una crapula che non conosce piaceri. Si regna sulle frattaglie della storia, su macerie vestite a festa, ci si accontenta delle briciole, e nemmeno più di quelle. Perché "dal crollo non si sfugge, e dunque è meglio neanche provare a fuggire". Attuale e necessario.
Sotto questo crollo
Il dio della neve copre i sentieri per non farci fuggire fra i monti. La neve non gela. Rimane giusta, giusta per farci lasciare le tracce.
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Anno edizione:2019
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