Gli sposi non promessi. Parafrasi a contrapposti dei Promessi sposi - Cletto Arrighi - copertina
Gli sposi non promessi. Parafrasi a contrapposti dei Promessi sposi - Cletto Arrighi - copertina
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Letteratura: Italia
Gli sposi non promessi. Parafrasi a contrapposti dei Promessi sposi
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Descrizione


A lungo ritenuto una semplice parodia dei "Promessi sposi", "Gli sposi non promessi. Parafrasi a contrapposti dei Promessi sposi" di Cletto Arrighi si ripresenta in questa riedizione nella loro realtà di strumento per una polemica operazione scrittoria avente come oggetto aspetti politici, culturali, ideologici e religiosi del suo tempo, intendendo contrapporsi a quanto aveva significato l'apparizione dei promessi sposi in un'età di marcato anticlericalismo, e rivendicando a sé ora quest'ultimo in un'epoca di forte rigurgito clericale. Di qui l'aspetto più interessante del testo, ricco di riferimenti assai più articolati di quanto possono essere a prima vista, e che si è cercato di enucleare nelle ricche note di commento. Certo, Arrighi opera anche sul piano del ribaltamento dei personaggi manzoniani, facendo di Renzo un contrabbandiere ubriacone, di Lucia «una specie di cocotte campagnola», della Signora di Monza «una Suora di Carità, spiritista convinta e medium potente» e così via. Ma a essi si accompagnano personaggi richiamanti il presente: come il cardinal Ferrari speculare a Carlo più che a Federico Borromeo, o Ferrer in cui rivede le autorità milanesi contemporanee. Sicché, se proprio si vuol tener presente l'ipotesi di un testo come questo di Arrighi a livello di parodia, più esatto sarà parlare allora, nella migliore delle ipotesi, di «parodia eversiva».

Dettagli

30 agosto 2018
87 p., Brossura
9788887734461

Conosci l'autore

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Cletto Arrighi

(Milano 1830-1906) giornalista e romanziere italiano. Col suo farraginoso romanzo La scapigliatura e il 6 febbraio (1862) inaugurò e diffuse un termine (quello, appunto, di «scapigliatura») che servì a designare, nel suo duplice aspetto letterario e di costume, quel movimento antiborghese e antiromantico che ebbe il suo centro nella Milano del secondo Ottocento. Scrittore scapigliato egli stesso, è autore di altri romanzi (Nanà a Milano, 1880; La canaglia felice, 1885) improntati a un verismo audace ma grossolano. Migliori risultati conseguì nelle commedie dialettali (El barchett de Boffalora, 1870; On dì de Natal, 1875), che s’inquadrano in un programma di rinnovamento del teatro milanese.

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