Le statue d'acqua - Fleur Jaeggy - copertina
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Letteratura: Svizzera
Le statue d'acqua
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Descrizione



Un desolato laconismo fa affiorare e dileguare in poche righe ritratti, luoghi, voci, schegge acuminate di storie. E la continua dissociazione, l'ossessività dei fantasmi, l'ironia avvolgente e la disperata euforia del tutto sono tracce di quell'immaginazione vagabonda che ha avuto la sua nascita simbolica con il Lenz di Büchner

In un sotterraneo di Amsterdam vive un solitario, Beeklam, circondato da statue. Conversa con loro, evoca ricordi, perde "il controllo delle ore e della vita", esce di rado, per lo più di notte. È uno di "coloro che sono nati persi e debuttano dalla loro fine". Ha lasciato presto il padre, per andare "a comperare statue". In lui, infanzia e vecchiaia si confondono. Una precoce percezione dell'effimero sembra avergli impedito, da sempre, di credere che le cose possano avere una ragione. La sua sola attività è una perenne, silenziosa cerimonia dedicata agli assenti. L'austero domestico che abita con lui, le statue stesse, l'acqua frusciante che lo chiama, dietro le pareti: sono le comparse di un teatro d'ombre dove il vuoto si veste sontuosamente di ogni apparenza. Verso Victor, suo domestico, e Lampe, che era stato domestico del padre, Beeklam sente un'oscura affinità. Ciò che li unisce è almeno la "vocazione del ricordo" e il perverso piacere della rinuncia. Su ciascuno di loro grava una sorta di eccentricità metafisica, ciascuno conserva qualcosa dell'innocenza - e del furore - che è delle persone totalmente sole. E un giorno Beeklam abbandonerà le statue e i sotterranei, emergendone "come nelle fiabe, carico di anni".

Dettagli

29 ottobre 2015
110 p., Brossura
9788845930430

Conosci l'autore

Foto di Fleur Jaeggy

Fleur Jaeggy

1940, Zurigo

Fleur Jaeggy è nata a Zurigo e vive a Milano dal 1968.Presso Adelphi ha pubblicato: Il dito in bocca (Milano, 1968), L'angelo custode (Milano, 1971), Le statue d'acqua (Milano, 1980), I beati anni del castigo (Milano, 1989; Premio Bagutta 1990, Premio Boccaccio Europa 1994,), La paura del cielo (Milano, 1994; Premio Moravia 1994) e Proleterka (Milano 2001; Premio Vailate Alberico Sala 2001; Premio Donna Città di Roma 2001). Ha tradotto Vite immaginarie di Marcel Schwob (Adelphi, Milano 1972) e Gli ultimi giorni di Immanuel Kant di Thomas De Quincey (Adelphi, Milano 1983).Ha scritto su Schwob, De Quincey, Keats e Robert Walser .Su I beati anni del castigo così ha scritto Iosif Brodskij: "Intinta nell'inchiostro azzurro dell'adolescenza, la penna di Fleur Jaeggy è...

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