L'idea di fondo può funzionare (intesa come il dire "conosco quello che vedo nella mia città? Conosco quale storia lo ha generato?"), così come può funzionare il fatto di dichiarare in anticipo che il suo sarebbe stato un punto di vista "orientato". Però fa tutto troppo, e il testo diventa pesante da leggere, farcito di odio misto a senso di superiorità morale. Ma credo che, se si vuole discutere/ragionare con qualcuno, odio e superiorità morale siano le prime due cose da lasciare fuori. Questo libro è un'occasione sprecata, peccato.
Le statue giuste
C'è un'alternativa tra accettare passivamente o distruggere per sempre le statue che, nello spazio pubblico, rendono visibile un pantheon di eroi e di esempi? Esistono statue 'giuste'? E quali sono? Tenere su un piedistallo nella piazza – centro della polis e dunque luogo politico per eccellenza – un personaggio, significa indicarlo come modello di virtù civili. È l'equivalente della santificazione: «guardatelo, prendetelo a esempio, fate come lui». Naturalmente questo messaggio arriva quando c'è un nesso ancora vivo tra il personaggio e la comunità che lo celebra, nel bene e nel male. Non è dunque un discorso sul passato, ma una contesa sul presente e un confronto di progetti sul futuro. Se masse oppresse in tutto l'Occidente si rivolgono contro statue e monumenti è perché sono tuttora umiliate e sconfitte. La loro battaglia non riguarda la storia, ma il futuro. Ed è sacrosanta. È giusto che le memorie materiali siano al centro di un conflitto: sarebbe un tragico errore cancellarle, ma lo sarebbe anche impedire che la società di oggi ne cambi il senso. L'ultima cosa che dobbiamo fare è usare l'arte e la storia contro la giustizia e l'eguaglianza.
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alesdb 23 agosto 2025Un'occasione sprecata a causa dell'odio
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Sandro 08 agosto 2025Delirio
Argomento delirante quello della cancel culture
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eager reader 08 gennaio 2025Come mai molti americani vogliono abbattere statue di Cristoforo Colombo
Come mai molti americani vogliono abbattere statue di Cristoforo Colombo e hanno anche voluto cancellare il “Columbus Day”, che pure era nato in U.S.A.? Cosa motiva alcuni attivisti a simulare sfregi diretti a opere d’arte famose? Possiamo giudicare lecito che anche oggi a vie e piazze italiane sia dato il nome di personaggi che sostennero con la violenza fascismo e colonialismo? Tomaso Montanari, professore di Storia dell’arte moderna, giornalista e attivo difensore della nostra Costituzione, risponde a queste e ad altre domande, sempre corredando le sue risposte con argomentazioni ben fondate. In questo breve saggio (121 pagine) si chiarisce il significato di un monumento “dedicato a…”, se collocato in uno spazio pubblico. Spiega come sia possibile evitare di togliere una statua da una piazza senza cancellare la storia a cui si riferisce, collocandola per esempio, in un museo nel contesto storico appropriato. Uno dei capitoli conclusivi presenta proposte sulla risistemazione del nostro prezioso patrimonio culturale.
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