Quando ero piccola avevo cinque orsetti di peluche: Edward, Roland, Bertha, John e Burt. […] Volevo bene a tutti, ma soprattutto a Burt, che non aveva gli occhi. Poi un giorno l’ho perso. L’ho dimenticato su un autobus in Scozia una volta che siamo andati a trovare la nonna. Ho pianto per ore. Però sono stata contenta lo stesso di tornare a Londra dagli altri orsetti. Ora che ce n’era uno in meno volevo ancora più bene agli altri. […] Magari sarà così anche per loro. Prima o poi. Quando il dolore sarà andato via. Vorrei iniziare questa recensione decantando la copertina, perché anche l'occhio vuole la sua parte. E' verde come il colore della speranza che s'intona perfettamente a quello degli occhi della meravigliosa bambina con i capelli dorati e le lentiggini, che fa da cornice alle le scritte rosa come se fossero i sottotitoli di una colonna sonora, come le sfumature dei ciliegi che sbocciano a primavera: è delicata, è leggera, è pura. Il titolo ''Una stella tra i rami del melo'' è il tocco di classe che arricchisce e racchiude il tutto. Si dice che il tempo lenisce le ferite, è realmente così? Jamie sa che è un bugia, sono passati cinque anni da quando sua sorella Rose è morta in un attentato, il papà beve, come se con quel metodo riuscisse a colmare il vuoto che si trascina dietro e dentro, l'ombra di quella perdita che lo porta ad odiare e a fare ciò che non dovrebbe, ma si sa che l'assenza di qualcuno a cui teniamo ci schiaccia, come se fosse un peso enorme che riesce ad annientarci e ci annulla, soprattutto se si tratta di tua figlia. Jasmine la sorella gemella non si è più ripresa, s'è tinta i capelli di rosa, si è fatta un percing e non mangia più, come se avesse un perenne nodo allo stomaco, di quelli che difficilmente riesci a sciogliere. Jamie sembra essere l'unico a non pensarci, forse perché essendo piccolo non ha vissuto pienamente quella presenza, o magari ci pensa ma di meno, o non lo dimostra, conserva questa fragilità e la custodisce come se fosse qualcosa di raro. C'è un attaccamento eccessivo, ossessivo e talmente morboso che c'è un urna sul caminetto con tutto ciò che resta di chi non c'è più, anche se sono del parere che le persone realmente importanti ce le portiamo dentro, anche se ''dei ricordi'' non li possiamo sfiorare o toccare, non andranno via, dovremo imparare a conviverci. Una madre che è andata via, un padre che è come se non esistesse e la grande forza e umanità di un fratello e una sorella che si proteggono a vicenda, come se fossero uno scudo l'uno per l'altra. Costretti a vivere una vita apparentemente da soli, ma loro lo sanno che non lo sono perché volano in due, senza l'aiuto di nessuno, uniti contro le difficoltà del mondo, purtroppo passano in secondo piano, come se si ponesse particolare attenzione a chi vive in cielo, o chissà in quale posto, senza badare alla vita che ti passa accanto e che magari ha anche più bisogno di quell'appoggio. Jamie che gioca con il suo gatto Roger e che non può fare a meno di indossare quella maglietta di Spider - Man, pensando che si possa trattare di un regalo importante, lo è, ma non da chi si aspetta. Sunya, una bambina musulmana e non una qualunque, che vorrebbe essere diversa, ma è uguale a tanti e possiede qualcosa in più, la grandezza negli occhi e nel cuore. Leo, il ragazzo di Jasmine, ci mostra che l'amore non ha colori e supera qualsiasi ostacolo. La voglia di Jamie di uscire da quel tunnel, di alzarsi e dire no a quella vita, far brillare il sogno e far splendere la speranza che non si spegne mai e che vive attraverso i suoi occhi di bambino. Ciò che stupisce è l'immensità del legame tra Jamie e Jasmine, la grande umanità e la certezza di sapere che se cade uno l'altro è sempre pronto a mostrarsi come un porto sicuro dove potersi salvare e viceversa. La tua forza mi dà il coraggio di volare.
