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Anno edizione: 2015
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«Vorrei esser bella come ciò che sento dentro di me.»
Storia di una capinera è il primo, già straordinario, romanzo di Verga. Pubblicato nel 1871 e scritto due anni prima, tramite una forma epistolare dominata alla perfezione ci tuffa nel cuore pulsante di un'anima prigioniera. Maria, una ragazza costretta dalla famiglia a chiudersi in convento in assenza di qualsiasi vocazione, durante una breve permanenza in campagna avvia con l'amica Marianna una corrispondenza che diviene per lei l'unico modo di dar sfogo ai suoi molti turbamenti. Respirando finalmente un'aria non compressa all'interno delle mura del convento, Maria scopre l'esistenza di un mondo più ampio, più inebriante, più vivo. E, soprattutto, scopre l'esistenza e l'essenza dell'amore, un sentimento che, costretto a nuotare controcorrente, la sconvolgerà per sempre.
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Molto molto bello, chiaro e scorrevole
Libro che fa scendere la lacrimuccia, emozionante
“Storia di una Capinera” di Giovanni Verga, edito da Feltrinelli. Una storia di prigionia, quella di Verga, che racchiude il dramma di tante donne costrette ad una vita di rinunce per una convenzione sociale. È la “monacazione coatta” l’oggetto di questo romanzo-denuncia che Verga scrive rifacendosi anche ai suoi ricordi di gioventù. Verga infatti si trasferisce a Tebidi per sfuggire ad un’epidemia di colera scoppiata nella sua città natale, Catania. Lì, allora quindicenne, si innamora di un’educanda del monastero, Rosalia. In questo romanzo, Verga racconta della conseguenza alla quale alcune di esse andavano incontro. In un clima che rende questo romanzo epistolare sempre più angosciante, sempre più delirante, l’opera accoglie la confessione di una donna in preda ad un conflitto interiore fin troppo opprimente per la sua persona, troppo semplice, troppo ingenua per comprendere di non essere nel peccato, bensì di essere soltanto vittima di una società troppo bigotta e troppo moralista.
Recensioni
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