Sembra la solita storia di fantasmi ma la vera novità non è la trama e la sua ambientazione ma il suo autore: Giovanni Verga. Lo conosciamo per la sua produzione letteraria, con le sue opere dedicate ai poveri, agli umili, ai “vinti”, ma con questa novella scritta nei suoi anni milanesi (contenuta nella raccolta “Primavera e altri racconti” e pubblicata nel 1876) si cimenta con le storie gotiche che tanto piacevano in quegli anni. Una bella sorpresa per i suoi lettori.
Le storie del castello di Trezza
Considerato dall'autore un "vero peccato di gioventù", Le storie del castello di Trezza rappresenta uno degli ultimi retaggi del Verga pre-verista, quel "poeta delle duchesse" come egli stesso si definì durante la stagione di romanziere mondano nei bei salotti milanesi. Lontano anni luce dai pescatori della medesima Trezza ritratti nei Malavoglia e, soprattutto, dalla straordinaria tecnica narrativa adottata dallo scrittore siciliano per presentarceli, questo racconto appare tipicamente incardinato nel genere gotico e vagamente noir: un castello medievale fosco e tetro, un fantasma e un'antica vicenda di amore e morte. Ingredienti tali da esercitare una fascinazione micidiale sulla annoiata e borghese Matilde, provocandole una sorta di tragica immedesimazione, che vince i limiti del tempo e dello spazio.
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Anno edizione:2010
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IVANA FUNICELLI 10 marzo 2017
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