Famiglia - solitudine - curiosità - pericolo - cultura - conoscenza - legami - radici. La lettuta di questo libro fa capire che ogni cosa ha il suo rovescio; lettura ritmata che coinvolge.
La strana biblioteca
Una fiaba misteriosa sul potere della lettura: liberarci dalla prigione dell’infelicità.
Le biblioteche contengono storie. Le storie contengono universi. E certi universi possono essere molto pericolosi.
Tornando a casa dopo la scuola, uno studente si ferma in una strana biblioteca. Certo, anche la sua richiesta è un po' strana. Chiede alla bibliotecaria qualche libro che possa soddisfare la sua ultima curiosità (è un bambino curioso, il nostro protagonista): la riscossione delle tasse nell'impero ottomano. La bibliotecaria lo manda alla stanza 107. Qui l'aspetta un altro bibliotecario, ancora più bizzarro della prima: "aveva la faccia coperta di piccole macchie nere, come tanti moscerini. Era calvo e portava occhiali dalle lenti spesse. La sua calvizie non era uniforme. Tutt'intorno al cranio gli restavano ciuffi di capelli bianchi ritorti, come in un bosco dopo un incendio". E davvero una ben strana biblioteca, questa! Il bibliotecario accompagna il bambino attraverso un labirinto di corridoi e stanze, finché non arrivano in una stanza dove riposa un piccolo uomo vestito con una pelle di pecora. E qui le cose si fanno brutte: il bibliotecario e l'uomo-pecora spingono il piccolo in una cella. Il bambino rischia di fare una fine terribile se non arrivasse in suo soccorso una ragazza sconosciuta...
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Anno edizione:2015
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Mariasilvia 11 gennaio 2025
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Bibliolatry 01 novembre 2022Non si smentisce
Una favola che si legge in poco piu di un’ora. Assurda, onirica, senza un apparente senso compiuto. Eppure, non si riesce a smettere di leggere, cercando di peogredire il più velocemente possibile pagina dopo pagina per vedere dove si arriva
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LakesMeadow 10 marzo 2022
Mi piacciono i libri illustrati, mi rallegrano sempre la lettura. Non che in questo caso ce ne sia stato bisogno, perché l'ho letto d'un fiato, il tempo che il tram ci ha messo a raggiungere il centro di Milano. È un breve racconto appunto, ed è il mio primo Murakami. La scrittura è buona, una prosa né ricercata né banale: accettabile. La storia ti prende, anche se magari non trovi subito il senso, come è successo a me. Mi hanno però aiutato le tre frasette nel retro della copertina.
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