Stranieri su un molo sono i nonni dell’autore, migranti dalla Cina alla Malesia negli anni venti. La forza di questo breve scritto, per un lettore come me che conosce poco dell’Asia e che lo percepisce come un continente indistinto, è scoprirne le notevoli diversità culturali e linguistiche. Il racconto non l’ho trovato particolarmente fluido, ma importante perché porta alla luce molti elementi di riflessione sul fenomeno migratorio globale in atto, a partire dal cambiamento generazionale che crea incomprensioni tra la necessità dei nonni che hanno iniziato il percorso, la rassegnazione dei genitori che lo hanno subito e la necessità di diritti e di uguaglianza dei figli integrati nella società che li ha accolti. Altri elementi che emergono con forza sono l’importanza delle differenze di classe, l’urgenza di futuro accompagnata dalla necessità di tacere sul recente passato, talvolta troppo doloroso o di cui ci si vergogna. Noi siamo ciò che la nostra faccia mostra e proprio una faccia che non ci somiglia identifica lo straniero. “Vogliamo che lo straniero sia uno di noi, qualcuno che possiamo capire”, ci ricorda l’autore.
Stranieri su un molo
Stranieri su un molo. Ritratto di famiglia è il racconto poetico con cui Tash Aw tesse fili indelebili tra la propria storia personale, quella dei nonni che a inizio Novecento lasciarono la Cina per spostarsi in Malesia, e quella di generazioni di migranti che ancora oggi si confrontano con una vita inedita, con il cambiamento non solo di terra, ma di visioni, intenti e sistemi di valori.
In questo breve e intenso saggio, Tash Aw accompagna il lettore in un tour guidato nel proprio terreno più intimo: la sua faccia. La vitalità culturale dell’Asia moderna è riflessa nel suo stesso volto, il tono cangiante della sua pelle e i suoi lineamenti riflettono una complicata storia familiare fatta di migrazione e adattamento. Gli stranieri del titolo, smarriti su un molo, sono i nonni dell’autore, approdati a Singapore dopo l’insidioso viaggio in barca per fuggire dalla Cina verso la Malesia negli anni Venti. Dal porto di Singapore, a una corsa in taxi nella Bangkok di oggi, a un’abbuffata da Kentucky Fried Chicken nella Kuala Lumpur degli anni Ottanta, Aw tesse storie di inclusione ed esclusione, tra scenari che saltano da villaggi rurali a club notturni e una varietà vertiginosa di lingue, dialetti e slang, per creare un ritratto sorprendentemente intricato e vivido di un luogo stretto tra il futuro in rapido avvicinamento e un passato che non si lascia andare. “Lui era un immigrato. Io ero il nipote di un immigrato. Non avremmo mai avuto lo stesso sguardo sul mondo.” Il libro è completato da un’intervista all’autore fatta in esclusiva per l’edizione italiana del volume.
-
Autore:
-
Traduttore:
-
Curatore:
-
Editore:
-
Collana:
-
Anno edizione:2017
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
-
GABRIELE RUFFATTI 05 dicembre 2017
Le schede prodotto sono aggiornate in conformità al Regolamento UE 988/2023. Laddove ci fossero taluni dati non disponibili per ragioni indipendenti da Feltrinelli, vi informiamo che stiamo compiendo ogni ragionevole sforzo per inserirli. Vi invitiamo a controllare periodicamente il sito www.lafeltrinelli.it per eventuali novità e aggiornamenti.
Per le vendite di prodotti da terze parti, ciascun venditore si assume la piena e diretta responsabilità per la commercializzazione del prodotto e per la sua conformità al Regolamento UE 988/2023, nonché alle normative nazionali ed europee vigenti.
Per informazioni sulla sicurezza dei prodotti, contattare productsafety@feltrinelli.it