La strega e il capitano - Leonardo Sciascia - copertina
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Letteratura: Italia
La strega e il capitano
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Descrizione


Nel febbraio del 1617, a Milano, Caterina Medici, serva «carnosa ma di ciera diabolica», viene condannata al rogo. In apparenza, uno dei tanti casi di stregoneria depositati nei nostri archivi. Ma la scrupolosa, o meglio accanita, ricostruzione che all’atroce caso dedica Sciascia in questo libro del 1986 ci mostra che non è così, giacché tutta la vicenda nasconde tra le pieghe interrogativi e zone d’ombra. Nello sbrogliare l’esasperante «pasticciaccio» con le cadenze e il montaggio di un thriller – consegnandoci una inconfondibile, magistrale miniatura microstorica –, ancora una volta Sciascia scrosta dalla Storia una delle innumerevoli maschere del potere, sino a svelarne il volto ripugnante e primigenio. E ancora una volta riesce ad assimilarsi sapientemente allo stile dei documenti, affidando la luce del giudizio al contrappunto mentale dei lettori.

Dettagli

28 novembre 2019
76 p., Brossura
9788845934278

Valutazioni e recensioni

  • andrea
    la strega e il capitano

    La strega e il capitano" di Leonardo Sciascia è un romanzo che si distingue per la sua scrittura incisiva e il suo approccio analitico verso il potere, la verità e la giustizia. La storia si sviluppa intorno a una figura enigmatica, una "strega", simbolo di un sapere arcano e misterioso, e un "capitano", figura che rappresenta l'autorità e la legge. La trama si intreccia con riflessioni profonde sulla condizione umana e sulla lotta tra il bene e il male, il legale e l'illegale, in un contesto siciliano carico di tensioni sociali e storiche. Quello che mi ha colpito maggiormente nel libro è il modo in cui Sciascia riesce a mescolare la narrativa con il saggio politico e filosofico, creando un'opera che, pur raccontando una storia, invita il lettore a riflettere sulle sue implicazioni morali e politiche. La sua scrittura è densa di significati, ma mai pesante: ogni parola sembra scelta con cura per veicolare un messaggio senza però rinunciare alla bellezza della narrazione. La caratterizzazione dei personaggi è altrettanto affascinante. La "strega", in particolare, appare come una figura di confine, capace di sfuggire alle convenzioni sociali e di rappresentare una verità nascosta, pericolosa e scomoda. Dall'altro lato, il capitano è un uomo di legge, ma anche un uomo del suo tempo, che si trova intrappolato in un gioco di potere e corruzione. In definitiva, "La strega e il capitano" è un'opera complessa e affascinante, che sfida il lettore a interrogarsi sulla moralità e sulla giustizia in una società spesso priva di risposte chiare. Sciascia, con il suo stile lucido e implacabile, ci invita a guardare in faccia le contraddizioni della nostra realtà, attraverso una storia che è tanto un racconto di vita quanto una riflessione profonda sulla condizione umana.

  • Antonino
    Uno sguardo lucido

    Grazie ad uno spunto fornito da Manzoni nei Promessi Sposi, Sciascia ripercorre le vicende di una donna accusata di stregoneria. Una narrazione articolata tra fonti storiche e spunti di riflessione, tra fede e giustizia. La solita lucidità di Sciascia, autore consigliatissimo, rende il racconto piacevole per spunti di riflessione, un po' meno, a tratti, per la fluidità narrativa.

  • Upallow
    Insolito e avvincente

    Lo spunto di questo romanzo breve arriva da un passaggio dei "Promessi sposi" in cui il Manzoni accenna alla condanna di una donna per stregoneria. Sciascia, grazie ai documenti fornitigli dall'editore Sciardelli, ricostruisce la storia di Caterina Medici e la trasforma in un racconto esemplare sul potere, la giustizia e su come gli uomini la amministrano. Colpisce la lucidità con cui Sciascia riesce a raccontare la vicenda arricchendola di interessanti spunti e riflessioni che potremmo dire "trasversali", perché, sotto le mutate forme, l'agire umano tende a ripetersi.

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Foto di Leonardo Sciascia

Leonardo Sciascia

1921, Racalmuto

Leonardo Sciascia è stato uno scrittore e uomo politico italiano. Esordisce sotto il segno di una prosa poetica (Favole della dittatura, 1950; La Sicilia, il suo cuore, 1952) che lascia però presto il passo ad una vena che si rivelerà per lui più feconda. A dire dello stesso Sciascia, la sua cifra più autentica affonda infatti le radici in «una materia saggistica che assume i modi del racconto». Questa direzione è subito evidente fin da Le parrocchie di Regalpetra (1956) e Gli zii di Sicilia (1958), che mostrano come gli spunti di cronaca isolana si sappiano fare pretesto e cornice per indagare sul costume sociale e le sue degenerazioni.Esempi ancor più compiuti in tal senso saranno Il giorno della civetta (1961) e A ciascuno...

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