In questo romanzo, pubblicato postumo ed incompleto (prima della deportazione, la scrittrice aveva terminato solo due delle cinque parti pensate nel progetto iniziale), l’autrice racconta l’esperienza dell’invasione tedesca della Francia vista dagli occhi di diversi personaggi, tutti ben caratterizzati: c’è l’artista a cui tutto è concesso e la coppia di impiegati bancari con la loro vita monotona, c’è la famiglia nobiliare dei dintorni di Parigi e la famiglia di campagna con i figli e il marito al fronte. Come in un film moderno, l’obiettivo si sposta tra i vari personaggi, dalla città alla campagna, senza soluzione di continuità, aggiungendo sempre maggior pathos man mano che l’invasione diventa la normalità. Il rapporto tra la popolazione e l’invasore nemico è molto ben raccontato e fa da sfondo alla parte più emozionante del libro, in cui le famiglie si allargano e gli invasori vengono man mano integrati nella vita della comunità. Quest’opera permette di analizzare e conoscere meglio gli anni più decisivi dell’Europa con gli occhi di chi l’ha vissuto in prima persona. Non più patti e battaglie ma la vita quotidiana che continuava malgrado tutto.
Suite francese
La storia tormentata tra una giovane donna ebrea e un soldato tedesco, un capolavoro della narrativa del Novecento.
«“Fa caldo”, pensavano i parigini. Aria di primavera. Una notte di guerra, l’allarme. Ma la notte svanisce, la guerra è lontana. Quelli che erano svegli, i malati a letto, le madri che avevano i figli al fronte, le donne innamorate con gli occhi sciupati dal pianto coglievano il primo respiro della sirena. All’inizio non era che un ansito profondo simile al soffio di un petto in costrizione. Bastarono pochi istanti, poi tutto il cielo fu riempito dal rumore. Veniva da lontano, da oltre l’orizzonte, sembrava quasi non avesse fretta!»
Nei mesi che precedettero il suo arresto e la deportazione ad Auschwitz, Irène Némirovsky compose febbrilmente i primi due romanzi di una grande "sinfonia in cinque movimenti" che doveva narrare, quasi in presa diretta, il destino di una nazione, la Francia, sotto l'occupazione nazista: Tempesta in giugno (che racconta la fuga in massa dei parigini alla vigilia dell'arrivo dei tedeschi) e Dolce (il cui nucleo centrale è la passione, tanto più bruciante quanto più soffocata, che lega una "sposa di guerra" a un ufficiale tedesco). Pubblicato a sessant'anni di distanza, Suite francese è il volume che li riunisce.
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Edizione:9
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Pignetralepagine 12 aprile 2022
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GB 03 marzo 2022Che Nemirovsky!
Un romanzo di cui tanto si è detto e scritto e per cui possono utilizzarsi solo due parole: un capolavoro!
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GIULIA ANNIBALI 11 novembre 2009
Un romanzo che avrebbe dovuto essere in 5 parti, e che, ahimé, ha preso corpo solo in 2, visto il tragico epilogo della deportazione dell’autrice ad Auschwitz.. Ciò si evince dall’’appendice, da brividi, dove leggiamo i suoi preziosi appunti in corso d’opera, i suoi presentimenti, e persino un commovente carteggio che include poche lettere scambiate tra lei ed il marito, come anche quelle tra il marito ed amici e personaggi più o meno influenti, nella fibrillante ricerca della moglie scomparsa nel nulla (anch’egli morirà in campo di concentramento. Sopravviveranno solo le loro 2 figlie, grazie all’aiuto incessante di una cara amica). Questo “incompletezza” rispetto al previsto intento dell’autrice, però, il lettore non la nota affatto. I due romanzi a noi giunti, seppur siano successione cronologica degli eventi storici della seconda guerra mondiale, vivono di una splendida luce propria. Nel primo si osserva il panico delle persone ed il loro tentativo di scappare dalla Francia : persone che sciamano come formiche impazzite. Nel secondo il ritmo cambia, non c’è più il brulichio ma c’è una sorta di stasi: l’invasore tedesco ha ormai occupato il territorio francese. Memorabili vari personaggi descritti: le loro differenti indoli sono colte alla perfezione, pennellate precise su una tela di carta. Sensibile il punto di vista espresso tra le righe e confermato esplicitamente negli appunti: La condanna della guerra, infatti, si fonde con l’ineluttabilità degli eventi, che stravolgono tutti, anche l’invasore, reso persino umano in quanto vittima del suo essere soldato.
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