Sulle tracce del sogno dell'uomo. A colloquio con Raimon Panikkar tra tradizione e pensiero contemporaneo
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Forse ci si potrebbe chiedere cosa ne sia stato per lunghi secoli del sogno in Occidente. Per lo più rimosso o ignorato dalla filosofia, difeso solo dai poeti, musicisti, pittori, dal mondo dell’arte, in effetti il sogno viene riabilitato solo agli inizi del XX secolo, in primo luogo dalla psicanalisi freudiana. Successivamente i filosofi si sono interrogati riguardo l’attività onirico visionaria, quale possibilità e origine del pensiero. Intuizione peraltro da sempre presente nelle tradizioni d’Oriente ed Occidente. In tal senso in questa riflessione interdisciplinare, la tematica del sogno-visione diviene motivo di dialogo interculturale e transestetico, alla luce di alcune linee guida di un Maestro della contemporaneità, Raimon Panikkar e della sua visione “advaita” (a-duale), al fine di riconsiderare l’attuale concezione filosofico-antropologica. Il filo conduttore è costituito dall’archetipo dell’artifex, riferibile alla dimensioneumana primordiale posta tra l’Ego individuale e l’Io infinito, a rappresentare la possibilità di “un’esperienza cosmoteandrica” per l’uomo contemporaneo, sensibilizzandolo e aprendolo a un nuovo modo di abitare il mondo, a un’auspicabile “metamorfosi secolare”.
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Anno edizione:2010
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