Parliamo di un libro dalle molteplici sfumature. Inizia con Valerio che torna al suo paese natio, Mola Coletta, per convincere il padre, con cui ha un rapporto difficile, a curarsi, ma, pochi giorni dopo il terremoto che ha colpito il centro Italia, rade praticamente al suolo il paese insieme a quelli circostanti, provocando la morte del padre e, nella casa cantoniera di fronte, la rinvenuta di alcune ossa presumibilmente di una ragazzina scomparsa nel nulla alcuni anni prima. Da qui si dipana una storia che ci mostra uno spaccato di vita contadina e rurale e soprattutto ci porta all'interno dell'animo umano, dove si intersecano amicizia, amore, gelosia, sensi di colpa, paura, coraggio, vendetta anche... La distruzione, la desolazione e il dolore dovuti al terremoto, la paura delle continue scosse di assestamento, i timori per il futuro fanno da sfondo a una storia complessa e semplice al contempo, scritta in maniera magistrale. La scrittura di Simone mi viene da definirla limpida, anche se forse non è il termine più idoneo: sembra di vedere un film mentre si legge le sue parole. Già nel giro delle prime righe, si viene trasportati in quel paesino di contadini, sconosciuto ai più e se ne percepisce il sapore dell'aria, misto a quello della terra umida e fertile.
