Un libro semplicemente perfetto. Si può definire romanzo, o serie di racconti: ogni racconto è però collegato all'altro e ha come filo conduttore il tempo, e le decisioni che possono cambiare la vita. Scritto magistralmente, rende assolutamente comprensibile il motivo della vincita del Pulitzer; il titolo in italiano però è indecente: non si capisce perchè sia stato scelto questo titolo, che sminuisce l'importanza del libro stesso. I protagonisti sono tridimensionali, uno più di altri; ogni racconto/capitolo è un colpo al cuore. Da leggere, rileggere, rileggere ancora.
"Il tempo è un bastardo" è un romanzo insolito, formato da una serie di racconti collegati dal ricorrere degli stessi personaggi. Al centro ci sono Bennie Salazar, ex musicista punk e ora discografico di successo, e il suo braccio destro Sasha, una donna di polso ma dal passato turbolento. Le loro storie si snodano fra la San Francisco di fine anni Settanta e una New York prossima ventura in cui gli sms e i social network strutturano le emozioni collettive, passando per matrimoni falliti, fughe adolescenziali nei bassifondi di Napoli, scommesse azzardate su musicisti dati troppe volte per finiti. Intorno a Bennie e Sasha si compongono le vicende delle loro famiglie e dei loro amici: una galleria di coprotagonisti grazie alla quale Jennifer Egan riesce a raccontare le degenerazioni del giornalismo e dello star-system, la meraviglia delle droghe psichedeliche, le dinamiche emotive di un bambino autistico nella provincia americana del futuro. "Il tempo è un bastardo" supera gli stereotipi della narrativa tradizionale ma resta godibile e appassionante per tutti i lettori: un romanzo-mondo aperto alle infinite possibilità dell'esistenza e della prosa, che si è conquistato la vetta della scena letteraria americana e internazionale.
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Anno edizione:2011
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FRANCESCO SAGLIOCCOLO 01 marzo 2017
Una sorta di Alla Ricerca del Tempo Perduto di Proust - in chiave moderna o postmoderna - che, a differenza del libro dello scrittore francese, riesce a proiettare "il tempo perduto" al presente e, soprattutto, nel futuro. Un libro, divertente, profondo, commovente, riflessivo, illuminante, amaro e ironico. Uno di quei libri che non appena finisci di leggerlo vorresti subito ricominciarlo da capo. Una lettura che ti segna e che ti rimarrà dentro per sempre.
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MARTA MARTOCCHI 19 maggio 2016
Non bisogna farsi ingannare dall’infelice titolo italiano di questo libro perché siamo davanti a un capolavoro, non a caso premio Pulitzer. La struttura di questo romanzo è inusuale, va oltre il concetto di punto di vista: ogni capitolo racconta una storia e un personaggio, eppure sono solo sfaccettature di un unico mondo dalle molteplici dimensioni in cui le vite affluiscono e si influenzano reciprocamente. In poche righe Jenniffer Egan è in grado di costruire figure a tutto tondo, ognuna con un rapporto personale, spesso anche amaro, con il proprio tempo e il suo inesorabile trascorrere.
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