Un libro per insegnanti, educatori, genitori e per tutte quelle persone che vivono da vicino la disabilità. Breve ma intenso.
Tempo di imparare
Fare il nodo ai lacci delle scarpe, colorare dentro i contorni, lavare bene i denti (anche quelli in fondo), salire scale sempre nuove senza stringere per forza il corrimano. E poi: avere lo sguardo lungo, separare l'ansia dal pericolo vero, vincere, perdere, aspettare, agire, confidarsi, farsi valere, rassegnarsi. A dover imparare tutto ciò, in questo romanzo colmo d'energia e dal potere medicamentoso, sono una donna e il suo bambino. Lei ha l'esperienza, mentre lui per capire mira all'essenziale; lei ha occhi pronti a cogliere ogni spigolo, mentre lui da dietro gli occhiali le insegna a leggere il mondo a due dimensioni. Davanti a loro si stagliano tutti gli ostacoli possibili, e per fronteggiarli hanno a disposizione molta paura e altrettante armi. La paura è quella di non farcela, e le armi a ben guardare sono le stesse della letteratura: nominare le cose, percorrerle, trasfigurarle, lasciarle andare. Tenendosi per mano - ma chi reggendo chi è difficile dirlo si muovono tra fisioterapisti e burocrati, insegnanti e compagni di classe, barcollando o danzando, ma sempre stringendo nel pugno una parola difficile che comincia per "H", e che sembra impossibile far germogliare. Perché se hai tatuato addosso il numero 104 - quello della legge sulla disabilità - e vivi in un mondo "che non ha proprio la forma della promessa", mettere un passo dopo l'altro diventa ogni giorno più difficile. Ma c'è chi prima di loro e insieme a loro ha solcato lo stesso mare impetuoso...
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Autore:
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Editore:
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Collana:
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Anno edizione:2015
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Formato:Tascabile
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Danjela90 14 dicembre 2022Stupendo
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Nel libro della Parrella la parola autismo non ci appare nemmeno una volta (appaiono le ‘condotte autisiche” di qualche diagnosi che pretende di dettare lei le parole). C’è la selva oscura del gergo medico, dalla quale scampare con l’albero del logogrifo che contiene tutte le parole che possono germogliare dalla parola handicap: panda, Inca, pancia, Pan, cani, Cina, ahia, e le altre. La sua è una scrittura misurata, surreale e iperrealistica assieme, calma, dolorosa ma non doloristica, episodica ma non diaristica, dignitosa, e rabbiosa. È una possibilità offerta per non smettere di imparare a vivere.
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