Sono stato attratto dalla presentazione, pomposa oltre ogni limite, nella quale questo libro viene descritto come una sorta di miracolo letterario. In attesa che questo esordiente venga insignito del premio Nobel, dirò che - arrivato a pagina 110 - ho chiuso il volume ed ho provveduto a mettere da parte il segnalibro, da destinare ad un uso più rispettoso. Vediamo cosa non funziona. Narrazione trascinante? Per niente. Ironia? Nemmeno l'ombra. Trama? Un coacervo di luoghi comuni triti e ritriti che sfrutta persino lo stratagemma (!) del 'libro rinvenuto tra gli scaffali della vecchia libreria all'angolo'; roba da trovarobato narrativo! Non parliamo dei riferimenti a Bolaño e Borges, che riescono solo ad irritare il lettore smaliziato che quei due giganti li ha letti davvero. In conclusione: un romanzetto noioso quanto pretenzioso.
Il tempo è un fiume
Romanzo, biografia, diario personale, epistolario, saggio: costruito come un gioco di specchi, di scatole cinesi, questo libro trova nella migrazione delle anime il filo rosso che cuce insieme le vicende dei vari personaggi in una narrazione trascinante, ricca di sconfinamenti, incursioni filosofiche, giochi metaletterari, tutto animato da un'autoironia molto sorniona. Un esordio ambizioso e brillante, che mette a frutto l'eredità di Borges e di Bolaño, aggiungendo qua e là un tocco di noir.
«Un romanzo di verità e ombre, una storia raccontata con ironia e amarezza, in un continuo e appassionante rimando di riflessi e di salti nel tempo» – Marco Vichi
Chicago 2016, nel pieno dell'inverno. Aarón, giovane argentino che studia negli States, sta facendo ricerche per la sua tesi dottorale su Giordano Bruno; casualmente viene a conoscenza di un omicidio avvenuto agli inizi degli anni Novanta: Ioan Culianu, professore di Storia delle religioni, freddato con un colpo di pistola. La polizia non è mai riuscita a scoprire né movente né colpevole. Aarón intraprende così un'indagine personale che fra complotti politici e servizi segreti lo porterà fino in Romania. Buenos Aires, 2041. Il fratello e due cari amici di Aarón, che da venticinque anni non si capacitano della sua improvvisa sparizione, hanno misteriosamente ricevuto il suo diario e lo leggono insieme a voce alta durante una notte infinita di eccessi in una città vagamente distopica. Le pagine risalgono al periodo in cui Aarón stava lavorando alla sua tesi a Chicago, e raccontano di strane minacce di morte. Il diario s'interrompe di colpo... Romanzo, biografia, diario personale, epistolario, saggio: costruito come un gioco di specchi, di scatole cinesi, questo libro trova nella migrazione delle anime il filo rosso che cuce insieme le vicende dei vari personaggi in una narrazione trascinante, ricca di sconfinamenti, incursioni filosofiche, giochi metaletterari, tutto animato da un'autoironia molto sorniona. La scrittura è ricca, sonora, spesso scoppiettante, scandita come i meccanismi di un orologio di precisione, magnificamente resa nella traduzione italiana di Ilide Carmignani. Pablo Maurette ci consegna un esordio ambizioso e brillante, che mette a frutto l'eredità di Borges e di Bolaño, aggiungendo qua e là un tocco di noir.
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Anno edizione:2022
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Eclipse 11 giugno 2022... e questo libro un acquitrino
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