Un'isola. Un prete. E un matto. Un borgo e un maresciallo. Due amici e un omicidio. Un giallo che non sa di giallo ma che a tratti è cruda poesia, viva e folgorante come i colori della Sardegna in cui è ambientata. Amicizia e lealtà i fili che legano i personaggi, concreti e vivissimi, di questo spaccato rurale degli Anni Sessanta, dove il borgo è ancora un mondo nel mondo di un'isola, piccola nel mondo intero. Scrittura che crea dipendenza quasi affettiva.
La teologia del cinghiale
Luglio 1969. Durante i giorni dello sbarco sulla Luna, a Telévras, piccolo paese dell’entroterra sardo, due ragazzini vengono coinvolti in una serie di eventi misteriosi. Il primo è Matteo Trudìnu, talentuoso figlio di un sequestratore latitante; l'altro è Gesuino Némus, un bambino silenzioso e problematico. Amici per la pelle, i due godono della protezione di don Cossu, il prete gesuita del paese, che si prende cura di loro come fossero figli suoi. Un giorno il padre di Matteo, scomparso da settimane, viene trovato morto a pochi chilometri di distanza da casa. Il maresciallo dei carabinieri De Stefani inizia a indagare con l'aiuto dell'appuntato Piras e dello stesso don Cossu ma, con l'avanzare dei giorni, le cose si complicano e spunta fuori un altro cadavere.
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Autore:
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Anno edizione:2017
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Donna Pola 16 maggio 2018
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silvia carcassi 12 maggio 2018
Protagonisti di questo racconto sono due bambini, scenario entroterra sardo della fine degli anni '60. Questa combinazione vale già la pena di leggere questo libro. Lo stile narrativo incanta, con i suoi nomi inventati dei luoghi, sullo stile di un altro scrittore sardo di talento, Salvatore Niffoi. Me l'ha ricordato in più punti e questa somiglianza ha aggiunto valore al racconto. Ci sono due bambini, ci sono vite povere e ci sono più omicidi. Splendido connubio di più storie, in particolare quella del piccolo Gesuino. Vi stringerà il cuore. Super consigliato.
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Un inizio ostico, con tutte le sue incursioni dialettali e una storia lenta, personaggi d'altri tempi, situazioni che oggi paiono surreali. Non si capisce bene, non ti dà il benvenuto, come molti dei romanzi migliori del resto. Poi ci entri dentro e non riesci più a fermarti, mentre il ritmo cresce e si fa più coinvolgente, i personaggi prendono vita e ti ci affezioni, e il mistero si infittisce per poi risolversi - letteralmente - soltanto all'ultima pagina. Un capolavoro questo libro, scritto come oggi non si scrive più, da un autore che ha cultura e capacità espressiva che va oltre l'esercizio retorico, perchè cambia voce e stile insieme ai suoi personaggi e non fa mancare incursioni nella storia e nella cultura del nostro Paese senza mai essere eccessivo né saccente. Consiglio vivamente questo libro a chi è un po' stanco di leggere roba mediocre e a chi ha voglia di provare ammirazione per uno scrittore che, finalmente, sa scrivere.
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