Si può ridere quando ci viene raccontata la malattia di una persona? Sì. E anche tanto! Mi successe, anni fa, con il romanzo di Fausto Brizzi, “Cento giorni di felicità”; mi è successo, la settimana scorsa, con la storia di Melina e Crocifisso, madre e figlio, un rapporto unico fatto di amore, battutacce, rimbrotti e un cancro a rovinare tutto. “Tuamore” è un flusso di pensieri lunghi una vita che Dentello dedica a quella che, a tutti gli effetti, è stata l’unica donna della sua vita: sua madre. Una madre pronta a richiamarlo all’ordine, a criticarlo bonariamente, a prenderlo in giro, ma anche a battersi per lui contro il mondo che li circonda. Questo libro, 123 pagine appena, due ore di lettura, è stato in grado di catapultarmi in un mondo, quello della famiglia di Crocifisso, che mi ha strappato davvero tante risate e mi ha ridotta, a fine lettura, a un mare di lacrime.
Tuamore
Un memoir in bilico tra commozione e lievità. Una madre che muore di tumore e un figlio che ne ripercorre la vita scegliendo di esorcizzare il dolore con il sorriso. L'autore decide di affidare così alla parola scritta il dolore per la perdita prematura della madre, stroncata all'età di 62 anni da un carcinoma al seno, cercando nella memoria la forza per andare avanti, nonostante tutto.
Melina, che detesta essere chiamata Carmela, cresce i suoi tre figli con una dedizione assoluta, a tratti ingombrante. Conosce il sacrificio e la fatica ma reagisce sprizzando vitalità e schiettezza. È una tifosa fanatica di calcio, sa citare a memoria scene e interpreti di innumerevoli film, inventa indimenticabili scherzi telefonici. Finché la sua salute non viene compromessa da un tumore al seno, tabù impronunciabile che nelle parole del figlio maggiore diventa tuamore, trasformando un presagio di sventura in una speranza possibile. I frammenti di una vita trascorsa insieme si mescolano ai dettagli più impietosi della malattia. Emerge la figura di una donna capace di affrontare i suoi giorni a colpi di commedia. Così, sopravvivere all'assenza significa ripercorrere soprattutto le piccole felicità condivise. Per quel figlio adorato il dialogo postumo con la madre è il tentativo di indovinare la forma più adatta per esprimere tutta la sua affettuosa gratitudine e sublimare il lutto in un amore che continua.
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Anno edizione:2022
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lalibridinosa 13 aprile 2022Viva l'ironia
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