I turbamenti del giovane Torless

Libro difficile questo di Musil sia per lo stile scarno, asciutto, preciso anche se spesso sembra rasentare il cerebrale. Le vicende del giovane Törless all’interno del collegio militare potrebbero scorrere lisce e normali, se quella “linea d’ombra” (come mi piace questa definizione!!) che separa la fanciullezza dalla maturità non venisse oltrepassata con dolore, con quei turbamenti propri di un adolescente, ma un adolescente speciale che vorrebbe conoscere e pianificare la vita con la razionalità. Naturalmente questa razionalità non è sufficiente a spiegargli la realtà né dei propri turbamenti né delle proprie e delle altrui emozioni. Törless è alla ricerca della seconda vita delle cose, non come appaiono alla percezione sensoriale ma come si presentano allo spirito. Egli scopre, attraverso lo studio ma soprattutto attraverso esperienze al limite ed aberranti, che non si può vivere o agire a meno di scontrarsi con il senso dell’irrazionalità, dell’indefinito e dell’astratto. Non si può dunque leggere questo testo solo come una storia, per altro in parte autobiografica, delle esperienze e passioni anche sessuali che inevitabilmente in un collegio tutto maschile possono farsi. Questo è un romanzo di formazione che va ben oltre! C’è già in nuce molto de “L’uomo senza qualità”. Si notano infatti i tentativi di Musil di far coincidere la <<parola>> con la <<cosa>>, la rappresentazione mentale con la tangibilità, la coincidenza tra la realtà e l’illusione o l’irrazionalità, il tentativo infine di unire insieme in una unica totalità il significato e il significante. C’è riuscito? Mah!, penso che ogni parola da me usata non renda assolutamente quel senso di languore, turbamento e disagio che emerge dalla lettura del testo!