Le premesse forse non sono particolarmente originali: questa Londra distopica, con molti elementi vittoriani, risulta subito familiare, evoca ricordi di letture di Gaiman, probabilmente anche per la presenza delle illustrazioni di McKean. La peculiarità risiede nella scelta di protagonisti non occidentali, attraverso cui l’autore evidenzia le storture presenti legate ail’ostilità verso i migranti e alle crescenti sperequazioni sociali. L’immaginario è mediorientale (con tanto di Sherazade), ma filtrato da Blake, con tigri dagli occhi scintillanti e angeli caduti. L’invito a seguire il proprio talento senza uniformarsi alla massa e senza cedere alle paure è la strada maestra per un mondo aperto a infinite possibilità e votato alla convivenza pacifica tra religioni e saperi. La lettura è scorrevole e spesso avvincente, un altro esempio di come uno young adult ben costruito possa essere una piacevole (e rigenerante) lettura anche per chi è da tempo ‘fuori quota’ anagrafica.
