Alina Bronski ci regala un romanzo delicato, omaggio ad una terra temuta, che per tutti significa morte, ma per qualcuno significa casa e significa Vita, ricordi, affetti, amori. Baba Dunja è una donna anziana che vive in un villaggio nei pressi di Chernobyl, una zona interdetta, ma dove molti hanno deciso di ritornare. La vita dell'agglomerato scorre lenta, ma un nuovo arrivo ne sconvolgerà momentaneamente gli equilibri. Il passato della donna lentamente emerge, con immagini a volte molto poetiche, tristi, dai toni forti. Una lettura lieve, ma non leggera.
L' ultimo amore di Baba Dunja
Baba Dunja è tornata a casa. Le radiazioni nucleari non le hanno impedito di rimettere piede per prima nel paese natio (a due passi da Chernobyl). Qui, insieme a poche anime che si sono via via aggiunte, si tenta di ricominciare a vivere. Perché la vita è ancora bella, nonostante l'età e nonostante intorno ci siano frutti di bosco dalle forme strane, uccelli particolarmente chiassosi, ragni che tessono instancabili le loro tele e persino lo spirito di qualche morto che si affaccia in strada per una chiacchierata. Le giornate scorrono per il malato Petrov che legge poesie d'amore sulla sua amaca, per la corpulenta Marja che non sa dire addio al proprio gallo Konstantin, per Baba Dunja che scrive lettere alla figlia Irina, chirurgo in Germania, fino a quando uno straniero arriva in paese con la sua bambina e il tran tran della piccola comunità viene sconvolto.
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Anno edizione:2016
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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LuigiAmendola 28 novembre 2022L'amore per le proprie radici?
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Angela Finelli 27 ottobre 2020
Un gioiellino che tutti dovrebbero leggere almeno una volta nella vita.
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paola loredana rinaldi 01 marzo 2017
Partire è un po’ morire: per Baba Dunja è verissimo, ma è altrettanto vero anche il contrario, perché Baba Dunja torna a casa sua, ora che è vecchia, a morire in pace, dopo aver dovuto abbandonare tutto per NON morire, perché baba Dunja viveva in un paese vicino a Chernobyl quando, nel 1986, quando esplose il reattore della centrale nucleare. Adesso la terra di nessuno è sempre radioattiva, ma tanti hanno già fatto la scelta di Baba Dunja: quelli che conosciamo noi sono gli altri anziani che si riappropriano del paese, dove la corrente c’è e non c’è( come l’acqua corrente del resto), senza riscaldamento e senza campo… Eppure, Baba Dunja descrive quasi un quadro idilliaco, una natura rigogliosa… certo, magari dai colori un po’ strani! La voce di Baba Dunja ci accompagna in questa terra di nessuno e intanto ricostruisce una vita drammatica ma affrontata sempre con grande ironia e incosciente coraggio. Breve romanzo che contiene in stessa misura forza e poesia, che ci costringe a sorridere sempre, nonostante tutto. Baba Dunja è una nonna (prima donna) determinata, indipendente e libera: insomma, se la terra è radioattiva, Baba Dunja è radiosa
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