L' Universita' popolare, anno XII, 1912 (Annata completa)
In 8 (cm 15,5 x 23), pp. 383 + (1). Piccolo taglietto al margine esterno bianco delle pp. 65-72. Mancanza di un lembo di carta all'angolo inferiore esterno di pagina 145 con perdita di qualche parola del testo. Legatura coeva in mezza tela. Alcune vignette, che fungono da testatine della prima pagina o delle rubriche, illustrate in nero da Antonio Rubino. Annata completa del 1912 di questa rivista quindicinale. Presenti alcuni numeri doppi, ovvero: 8-9; 10-11; 14-15; 19-20; 21-22; 23-24. Il numero 13 e' ripetuto (ve ne sono due copie legate consecutivamente). La rivista fu fondata nel 1901 a Mantova da Luigi Molinari (1866-1918) e fu attiva fino al 1918 quando si interruppe a seguito della morte improvvisa del suo direttore. Fino al 1906 fu stampata a Mantova, dall'anno successivo a Milano. Luigi Molinari, avvocato, anarchico e sindacalista, si era posto alla testa del movimento sorto per creare ovunque istituzioni di cultura popolare, attraverso corsi, lezioni, conferenze, dibattiti. Molinari si interesso' di sociologia, antropologia, psicologia trasferendo le competenze acquisite in questa rivista che costitui' senz'altro la sua opera piu' importante. A pagina 80 del numero 5, nella rubrica di segnalazioni librarie a cura del Direttore, compaiono parole assai dure nei confronti di Marinetti (viene menzionata l'uscita dell'opera 'La Battaglia di Tripoli' per le Edizioni di Poesia). Molinari scrive: "Noi constatiamo con dolore la potenzialita' negativa di quest'uomo, che sorto con una bandiera di novatore ha finito coll'accodarsi ai piu' rancidi e secentisti poeti della borghesia e col divenire un concorrente dei poveri cronisti sfruttati dai giornaloni patriottardi. Il futurismo di Marinetti e' il vero futurismo dell'eta' della pietra... col suo futurismo patriottardo e' disceso, e' disceso, precipitevolissimevolmente, dall'alto della vetta dell'ideale, alla brutale libidine volgare della piu' stupida ed assurda superstizione patriottica...". Fra gli altri contributi presenti, che escono a puntate, e proseguono nei numeri seguenti della rivista: Luigi Molinari, Storia naturale dell'uomo; Compendio di Storia Universale; Federalismo, Socialismo, Antiteologismo; Balzac, Il carnefice; La scuola e la rivoluzione; Augusto Villa, I fattori dell'incivilimento umano; ecc... Rivista di notevole rarita'. Sbn (Servizio Bibliotecario Nazionale) censisce solamente 5 numeri del 1903, 2 numeri del 1910, un numero del 1915.
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In 8 (cm 15,5 x 23), pp. 383 + (1). Piccolo taglietto al margine esterno bianco delle pp. 65-72. Mancanza di un lembo di carta all'angolo inferiore esterno di pagina 145 con perdita di qualche parola del testo. Legatura coeva in mezza tela. Alcune vignette, che fungono da testatine della prima pagina o delle rubriche, illustrate in nero da Antonio Rubino. Annata completa del 1912 di questa rivista quindicinale. Presenti alcuni numeri doppi, ovvero: 8-9; 10-11; 14-15; 19-20; 21-22; 23-24. Il numero 13 e' ripetuto (ve ne sono due copie legate consecutivamente). La rivistafu fondata nel 1901 a Mantova da Luigi Molinari (1866-1918) e fu attiva fino al 1918 quando si interruppe a seguito della morte improvvisa del suo direttore. Fino al 1906 fu stampata a Mantova, dall'anno successivo a Milano. Luigi Molinari, avvocato, anarchico e sindacalista,si era posto alla testa del movimento sorto per creare ovunque istituzioni di cultura popolare, attraverso corsi, lezioni,conferenze, dibattiti. Molinari siinteresso' di sociologia, antropologia, psicologia trasferendo le competenze acquisite in questa rivistache costitui' senz'altro la sua opera piu' importante.A pagina 80 del numero 5, nella rubrica di segnalazioni librarie a cura del Direttore,compaiono parole assaidure nei confronti di Marinetti (viene menzionata l'uscita dell'opera 'La Battaglia di Tripoli' per le Edizioni di Poesia). Molinari scrive: "Noi constatiamo con dolore la potenzialita' negativa di quest'uomo, che sorto con una bandiera di novatore ha finito coll'accodarsi ai piu' rancidi e secentisti poeti della borghesia e col divenire un concorrente dei poveri cronisti sfruttati dai giornaloni patriottardi. Il futurismo di Marinetti e' il vero futurismo dell'eta' della pietra... col suo futurismo patriottardo e' disceso, e' disceso, precipitevolissimevolmente, dall'alto della vetta dell'ideale, alla brutale libidine volgare della piu' stupida ed assurda superstizione patriottica...". Fra gli altri contributi prese
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