Un romanzo dal grande ritmo narrativo, l’incedere di un western, la passione sociale, l’innesto dialettale che, nelle circostanze, rafforza la scrittura, il finale da thriller. In mezzo, tante vite, quella di Za Uccia e il suo piccolo supermercato, di Nico con il suo cane di guardia Lupone e la coscienza politica, forte di una passione delusa dall’epilogo di un sogno, e l’amico Buba, reduce dai Balcani, che ha ancora negli occhi le devastazioni, i morti, le città in fiamme, e Milena, la figlia di Sputazza, e appare bellissima mentre nuda s’immerge nel mare. Ma soprattutto c’è il boss Titta Scarciglia, che se la fa con i ragazzi. Vecchio com’è, li invita a cena con la promessa di un’assunzione e poi tenta di sedurli e, alla loro opposizione, li ricatta. «Dirò che mi hai aggredito per derubarmi». Metodi che usa con chiunque, nessun scrupolo. Come non ne ha nel cementificare la zona. La vicinanza del parco renderà più cari gli appartamenti per quanti intenderanno comprarli. Uomini e cani, appunto, dove i cani non è detto che siano quelli a quattro zampe. Fantastico romanzo!!!!!
Uomini e cani
Sullo sfondo di una natura riarsa, in una terra che sembra posta agli estremi confini del mondo, si consuma una serie di drammi strettamente intrecciati fra loro. E a raccontare questa umanità sconfitta e allucinata, c'è la lingua di Omar Di Monopoli.
«S'inoltrò sulla sabbia abbandonando gli stivali a terra. Il fragore delle onde coprì ogni altro suono e quello fu il momento in cui la vide. Era di spalle, nuda. La pelle chiara come il latte. Una cascata di capelli sciolti e bagnati che le si appiccicavano sulla schiena. Buba si bloccò, pietrificato. Lei si portò i capelli davanti al viso, si piegò e li immerse nel mare. I seni ricchi, morbidamente lambiti dal dondolio della corrente sul pelo d'acqua. Poi, con un movimento brusco, tirò la testa all'indietro e i capelli scuri percorsero nell'aria un arco picchiettato da mille goccioline che luccicarono al sole. Prese a cantare, una canzone che lui non aveva mai sentito prima, e quando finalmente si voltò, non fece altro che continuare a cantare. Raccolse le braccia attorno al petto e rabbrividendo uscì dall'acqua, lo sguardo di sottecchi.»
«Passami quell'asciugamano, disse.»
In una immaginaria, ma più che verosimile, cittadina del Salento, chiamata Languore, non esistono buoni e cattivi, ma solo individui che lottano per la sopravvivenza, con rabbia, con brutalità, o con cieca disperazione; le sparatorie, le violenze, gli stupri, le sopraffazioni di ogni genere si susseguono, quasi a toglierci il respiro – né c'è differenza vera tra gli uomini e i cani che questi si sono scelti come compagni, altrettanto feroci e ottusi. Sullo sfondo di una natura riarsa, in una terra che sembra posta agli estremi confini del mondo, si consuma una serie di drammi strettamente intrecciati fra loro. E a raccontare questa umanità sconfitta e allucinata, c'è la lingua di Omar Di Monopoli – una lingua, è stato scritto, «tornita, barocca e dialettale».
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Autore:
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Editore:
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Anno edizione:2018
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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MariSaretta 03 luglio 2025southern gothic salentino
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Upallow 29 maggio 2024Poco da salvare
Un giallo crudo e sporco sullo sfondo di una Puglia povera e violenta. Nel paese di Languore sta per nascere un'oasi naturale protetta, le costruzioni abusive stanno per essere abbattute e i loro abitanti sfrattati. Questo il primo motore narrativo (e prima sequenza di morti). Il mafioso locale sta costruendo un villaggio turistico nelle vicinanze della nascitura oasi, secondo motore narrativo e seconda scia di efferatezze. Nel mezzo le vicende di Nico, Buba, Milena, Sputazza e vari altri personaggi, ognuno con una storia alle spalle, che si incrociano e scontrano con le due principali. Lo sviluppo narrativo, tolto lo strato di superficiale articolazione, risulta abbastanza scontato e i personaggi, raccontati da un punto di vista esterno, freddi nonostante si cerchi di costruire una storia intorno a loro. Lo stile fa venire alla mente certo pulp anni novanta e la storia è decisamente spostata verso il lato violento, delle situazioni e del linguaggio. Si intuiscono i buoni intenti dell'autore nel mescolare il giallo con temi di attualità ma questo non basta a salvare il libro da un certo grigiore e da una incessante goffaggine.
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