L'uomo che cadde sulla terra

Walter Tevis ci ha lasciato con solo una manciata di opere ma il suo contributo alla crescita della fantascienza é stato enorme. La sua prosa, delicata, tagliente e risonante come cristallo, ha forza narrativa e musicalità poetica: qui la vicenda di TJ Newton, esploratore di Anthea, ci lascia straziati dall'inutilá del sacrificio, dalla grettezza umana per cui, se ci si indicano le stelle, seguitiamo a guardare il suolo. Un protagonista eccezionale, per sempre nel cuore e nel ricordo, un romanzo del 1976 ma di grande freschezza.

Non si tratta del solito lavoro fantascientifico sul tema extraterrestri: l’opera di Tevis, se inquadrata esattamente nel periodo storico e nel clima politico in cui è stata scritta, appare come un apologo, una messa in guardia, una richiesta d'aiuto reale e implorante. Fantascientifica solo in apparenza, parla in realtà di tutti noi, del nostro mondo, della società americana di quegli anni ma in fondo la stessa di ora. Attraverso gli occhi di uno straniero guardiamo noi stessi, umani, e ci accorgiamo che non tutte le cose vere sono fatte per essere verità.