Un uomo finito - Giovanni Papini - copertina
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Letteratura: Italia
Un uomo finito
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Descrizione


Un'infanzia solitaria e pensosa; un'adolescenza di sogni tormentosi, illuminata dalle letture; e una giovinezza rivoluzionaria, tra battaglie, giornali, illusioni e disillusioni. "Un uomo finito" (1913) è il romanzo-autobiografia intellettuale nel quale Papini racconta i primi trent'anni di vita di un giovane "nato con la malattia della grandezza". Affascinato da Bergson e dal titanismo di Nietzsche, lo spirito inquieto e geniale dell'autore, alla perenne ricerca della verità, rivive in un racconto sincero animato da una prosa ricca e brillante, con accenti di profonda poesia. Un'opera imprescindibile per cogliere la temperatura ideale, l'entusiasmo e la delusione della generazione di intellettuali che inaugura il Novecento.

Dettagli

21 settembre 2022
288 p., Brossura
9788804766681

Valutazioni e recensioni

  • Marco Liberati

    Ero reticente ad affrontare questo libro, non so per quale motivo. Forse lo ritenevo letterariamente troppo lontano, ancorato in quel periodo storico dominato da D'Annunzio e Verga, l'ancoraggio di Papini al futurismo e poi al fascismo, insomma ogni volta che mi riproponevo di leggerlo declinavo all'ultimo la volontà di farlo. Però Papini mi attraeva quasi magneticamente, quel suo belluino sguardo di sfida, la sua riccioluta chioma mi trasmettevano un energia, una sfida a leggerlo, a entrare nel suo mondo. Non potevo quindi procrastinare oltre e mi decisi a leggere il suo capolavoro: Un Uomo finito. Oltre cento anni son passati dalla pubblicazione di questa inquieta autobiografia romanzata e nulla di più attuale e di più moderno mi è parso di aver mai letto! I tormenti dell'uomo moderno: fucinatore di idee, camaleontico e vitalissimo nella vita, inquieto nella mente, spossato dal furore di sapere, di arrivare a verità assolute, a sfidare Dio o chi per lui con risoluto rigore e coraggio. Questo è Un uomo finito e forse molto altro..ognuno vi troverà motivi diversi di interesse ma in misura evidente si avrà una certezza al termine del volume: approfondiamo questi grandi del novecento italiano in parte ingiustificatamente dimenticati o poco ricordati, Papini ne vale veramente la pena, raccogliete la sua impertinente ed ironica sfida e arricchitevene.

  • Una prosa roboante, immaginifica, ricca di immagini originali e di arditi neologismi connota questa sorta di autobiografia spirituale e culturale del giovane Papini. Qui egli ripercorre tutte le tappe della sua formazione, dei suoi studi, delle sue amicizie, inimicizie e cenacoli letterari nella ricerca della propria autoaffermazione, nella definizione del “Super Io”; anche se questa sua ricerca nasconde una meta più ardita e quasi impossibile da raggiungere, cioè la Verità. Ma quello sarà un viaggio che Papini affronterà dopo, più adulto. Qui ci troviamo di fronte a questo grido di dolore, questo impietoso scavo interiore e alla consapevolezza della sua mania di grandezza , della sua follia di voler cambiare il mondo. Certo questo testo va contestualizzato nel periodo storico/letterario in cui è inserito, nel dannunzianesimo imperante, nel clima rovente che culminerà nell’interventismo. Letto adesso può lasciare un po’ sbigottiti e confusi. Di sicuro però si percepisce che di “uomo finito” qui non c’è nulla. Papini è più vigoroso che mai. La sua prosa, ormai così inusuale alle nostre orecchia, sa regalarci anche delle pagine magnifiche, come quelle dedicate alla amicizia!

Conosci l'autore

Foto di Giovanni Papini

Giovanni Papini

1881, Firenze

(Firenze 1881-1956) scrittore italiano. Fin da giovane si mostrò vorace lettore e frenetico organizzatore culturale; nel 1900 diede vita con G. Prezzolini ed E.L. Morselli a un’associazione di «spiriti liberi» ispirata a un individualismo anarchico e idealista che generò nel 1903 il programma de «Il Leonardo», la rivista da lui fondata e diretta con Prezzolini, nata sotto la suggestione del pensiero di R. Steiner e F. Nietzsche e con intenti di rigenerazione antiaccademica della cultura italiana. P. fu anche, nello stesso anno, redattore del «Regno» di E. Corradini, organo del partito nazionalista, e intanto esordiva come narratore con i «racconti metafisici» Il tragico quotidiano (1903) e Il pilota cieco (1907). Nel 1907...

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